sabato 10 giugno 2017

Fede

"Io sono stato inviato per metterti alla prova"(TB 12,13)

Ci sono tante cose che ancora non capisco, tante che la Parola di Dio mi svela e tante che mi nasconde.
Nel testo che la liturgia del giorno ci propone l'angelo Raffaele dichiara che è stato mandato da Dio a Tobi per metterlo alla prova.
Per quello che ho capito leggendo il libro di Tobia, mi sembra che Raffaele sia stato mandato come "medicina di Dio", vale a dire che è stato mandato per la guarigione materiale e spirituale di tutti i protagonisti della storia.
Grazie a Tobi che si lascia accompagnare e guidare dall'angelo, ma anche dalle parole e dall'esempio del padre, Sara sarà liberata dal demonio ammazzamariti, Asmodeo, i soldi saranno recuperati, la medicina per guarire il padre sarà portata a Tobia sì che ritrovi la vista.
Tobi si è fidato del suo accompagnatore e tutti vissero felici e contenti.
La prova per Tobi quindi è quella di non aver mai dubitato di Dio, accettando quanto il suo accompagnatore man mano gli suggeriva, senza il minimo dubbio che non fosse giusto.
Tobi non è diffidente, sa che da solo non può portare a termine il compito che il padre gli ha affidato e con umiltà segue il suo accompagnatore.
Noi facciamo fatica a fidarci delle persone, pensando sempre che siamo migliori, più bravi, almeno se non in tutto quello che dicono e fanno.
" Gareggiate nello stimarvi a vicenda" è scritto,"il primo di voi sia l'ultimo... chi si esalta sarà umiliato, chi si umilia sarà esaltato... non sono venuto per essere servito ma per servire... l'anima mia magnifica il signore perchè ha guardato l'umiltà della sua serva..."
Il passo del vangelo di oggi ci parla proprio dell'umile obolo della vedova, a cui Gesù dà più valore di tutte le ricchezze che versano nel tempio i benestanti, per farsi vedere, non privandosi di nulla, dando il superfluo a Dio, svuotando di senso il sacrificio a cui dovevano servire le offerte.
Così liturgia dei sabato della IX settimana del TO ci fa riflettere su quanto sia importante non apparire ma essere.
Davanti a Dio non si può barare, perchè Lui scruta il cuore e vede se gli offriamo il superfluo, se nel tesoro del tempio gettiamo monete false.
L'uomo creato a immagine e somiglianza di Dio è l'unica moneta che possiamo restituirgli perchè ne faccia un capolavoro.
Tobi, Sara, hanno attirato lo sguardo di Dio per la loro umiltà " Ha guardato l'umiltà della sua serva" dice Maria nel Magnificat e possono essere certi di avere una ricompensa duratura.
In cambio dei nostri sacrifici spesi sull'altare di idoli muti noi riceviamo delusioni a non finire, ricompense che non durano nel tempo che non pagano e non appagano.
Sull'altare oggi voglio deporre il mio orgoglio che faccio fatica a mettere da parte e voglio con le parole di Maria dire" Eccomi, sia fatto di me come tu vuoi"

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