SFOGLIANDO IL DIARIO
22
aprile 2011.
Ore
7:30.
Venerdì
Santo.
"Che
male ti ho fatto popolo mio?"
"Che
male ti ho fatto mio Signore?".
"Ho
sete”.
Lo
hai detto alla Samaritana, le hai chiesto acqua da bere, tu che sei
la fonte della vita.
Hai
rivolto la stessa richiesta dalla croce a tutti noi.. avevi ancora
sete.
La
tua sete non era stata placata, ma ti hanno dato una spugna imbevuta
di aceto.
Anche
io Signore, oggi ho sete, sete di senso, sete di vita, sete di
normalità, sete di gioia, sete di amore, sete di te Signore che ti
nascondi.
Dove
sei Signore?
Quando
ti sono venuti a prendere, tu hai chiesto "Chi cercate?"...
Lo
hai chiesto a tutti e hai risposto "Eccomi, sono io quello che
cercate" e ti sei consegnato senza opporre resistenza.
Io
ti cerco Signore in questi giorni che la liturgia ci ripropone la tua
passione e la tua morte, ti cerco ma non ti trovo.
Anche
io Signore ho sete, una sete che non riesco a soddisfare con la tua
Parola e la memoria di tanti tuoi benefici, né con la preghiera
continua, né con l'Eucaristia, né con gli affetti.
È
una sete che non si spegne, che non trova risposta che in piccoli
rigagnoli di acqua.
Troppo
grande è la mia sete per poter essere soddisfatta da qualche goccia
che cade dal tuo altare, Signore.
Sono
stanche le mie braccia di essere tese in alto... anche il passero
trova la casa presso i tuoi altari, Signore.
Cosa
ti ho fatto? Perché questo deserto è così infuocato e si stende a
perdita d'occhio?
Non
vedo all'orizzonte che una distesa di sabbia, non c'è oasi dove
poter sostare, non c'è pace nè ristoro in questa mia vita di
sofferenza.
Signore
dove sei?
Rispondimi.
Vieni presto il mio aiuto.
Sono
stanca lo vedi, non sopporto più questo peso.
Solleva
il fardello che grava sulle mie spalle: è troppo pesante e da troppo
tempo che cammino.
Quando
mia sorella era piccola io la dovevo portare in braccio; ricordo
quanto mi pesava e dicevo a mia madre "Ti prego mamma portala un
po' tu, mi fanno tanto male le braccia ".
E
mamma mi rispondeva "Ancora un poco ti prego, ancora un poco".
Ricordo
la fatica e il dolore.
Ero
piccola, troppo piccola per sopportare quel peso che mi ha storto la
schiena.
Tu
Signore fai altrettanto? Non posso crederlo.
Tu
non sei uomo, tu sei Dio.
Signore
perché mi rispondi come mia madre?
Perchè
non attenui questo calvario?
Signore
mio Dio tu sai, tu vedi, tu conosci.
Al
dolore si è aggiunto e sovrapposto lo scoraggiamento, il tuo
silenzio Signore.
Il
silenzio non lo sopporto, lo sai.
Dimmi
qualcosa di prego, parlami come tu sai fare, non mi lasciare sola a
combattere una battaglia così feroce.
Ti
prego Signore io ti cerco, non per ucciderti, ti cerco perché ho
sete ti cerco perché solo tu puoi aiutarmi, solo tu Signore.
Non
conosco nessuno che possa lenire questa sofferenza, non so dove
cercare.
Signore
sono venuta in chiesa ogni giorno con un atto di volontà, ti ho ti
ho cercato nel tempio, ti ho cercato nella preghiera, ti ho cercato
nell'Eucaristia, ti ho cercato nella nella tua Parola.
Ti
ho cercato nei fratelli, cercato nelle medicine, nei medici, nei miei
diari, sfoghi notturni di tanto patire.
Cerco
te Gesù il Nazareno, Gesù figlio di Dio, Gesù il Salvatore, il
Redentore morto e risorto per noi.
Cerco
te, proprio te Signore, ma non per ucciderti.
Ti
prego non fuggire via, non nasconderti, non permettere che tocchi il
fondo del calice amaro dell'impotenza della preghiera, dell'inferno
come somma distanza da te, non permettere che io vada ancora più giù
Signore, perché sento che vengono meno le forze.
Signore
mio Dio io cado, io precipito, io muoio.
Maria
madre dolcissima a te mi rivolgo perché tu solo puoi aiutarmi a dare
forza alle mie parole e presentarle al Signore sfrondate da ogni
eccesso.
Tu
sola Maria puoi portarmi Gesù, puoi portarmi davanti a Lui.
Non
so cosa chiederti ma tu sei madre, madre purissima, madre castissima,
madre senza peccato, madre di Dio e madre nostra, tu madre
consigliami, assistimi, fammi tornare a casa.
Ore
9
Lodi
in chiesa a San Giuseppe.
Con
Giovanni abbiamo contemplato e fotografato l'altare spoglio e il
tabernacolo vuoto..
Davanti
all'altare della reposizione ho sentito una presenza.
La
Sua presenza.
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