giovedì 27 aprile 2017

Testimonianza


Meditazioni sulla liturgia di giovedì
della seconda settimana di Pasqua

"Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo " (At 5,32)

Gesù è risorto e abbiamo per questo festeggiato la Pasqua.
L'hanno fatto anche quelli che non credono, ma hanno fatto festa, senza il festeggiato.
Capita spesso, quando siamo invitati ad una cena o ad un pranzo, di ignorare le persone, intenti solo a godere di quello che gratuitamente ci viene offerto.
Gesù per farsi riconoscere non ha usato gli stessi strumenti, non ha seguito una modalità standard per tutti.
A Giovanni bastò vedere il sepolcro vuoto e i teli piegati per credere. " Vide e credette".
Alla Maddalena servì sentirsi chiamata per nome, ai discepoli di Emmaus servì rileggere la storia alla luce di Cristo, lo sconosciuto personaggio che, dopo essersi fatto loro compagno di viaggio, nel pane spezzato e condiviso si fece riconoscere.
Agli apostoli che si erano affaticati invano dopo una notte di pesca infruttuosa si aprirono gli occhi dopo aver visto il miracolo dell'ascolto della Sua Parola.
E poi Tommaso, grande Tommaso, che volle vedere le piaghe di Cristo, metterci il dito.
Non siamo tutti uguali quindi e ad ognuno Dio riserva un modo speciale, diverso, unico per rivelarsi.
Il denominatore comune di quanti hanno incontrato Gesù è la percezione che ti manca qualcosa, che non sei soddisfatto di quello che ti accade, che vedi il tuo limite e cerchi qualcuno o qualcosa che lo possa colmare.
I testimoni quindi sono quelli a cui manca qualcosa e che con cuore sincero lo cercano non in se stessi ma in un Tu che li rianimi, li rialzi, gli si faccia compagno, amico sposo.
In ognuno c'è la nostalgia di infinito, di eterno, di incorruttibile, di uno e distinto, di comunione, di amore vero, totale, assoluto.
Quando la nostra autosufficienza ci abbandona, quando ci rendiamo conto che non bastiamo a noi stessi, quando la vita ci chiama a riconsegnare i beni che credevamo scontati è il momento favorevole per incontrare il Signore, toccare le sue piaghe e riconoscerlo.morte
E' il momento della resurrezione, la nostra, che è un evento non perduto nel tempo, una favola per poveri gonzi, ignoranti che si lasciano abbindolare facilmente.
A testimoniare che Gesù è risorto è la nostra resurrezione che avviene quando la croce diventa il nostro comune bagaglio, nostro e di Cristo.
Dio nessuno l'ha mai visto, ma lo Spirito di Dio effuso sulla Chiesa ci permette di vederlo con gli occhi del Figlio, di ascoltarlo con le orecchie el Figlio, di servirlo con il corpo del Figlio.
Grande è questo mistero, ma se noi moriamo con Lui, con Lui risorgeremo.
E' questa la nostra speranza, è questa la nostra certezza, è questa la fede che ogni giorno ci fa rialzare e affrontare la vita con la forza prorompente di un Dio che ha tanto amato il mondo da metterci il Suo corpo tra le mani.

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