lunedì 16 gennaio 2017

Vino nuovo in otri nuovi


” Pur essendo figlio imparò l’obbedienza dalle cose che patì” (Eb 5,8)
“Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato” comunicò Dio a suo figlio, vero Dio ma anche vero uomo, in missione su questa terra per cercare nuovi collaboratori al suo progetto d’amore.
Il suo sogno si era infranto dopo la ribellione dei primi chiamati, Adamo ed Eva che trasmisero gli effetti della colpa alla discendenza, di fatto incapaci di tornare a Lui, al primo e unico Amore.
Tu sei mio figlio lo ha detto a noi il giorno del nostro Battesimo, ma eravamo troppo piccoli per capire.
Nel giorno del suo Battesimo Gesù è l’ otre nuovo riempito dal vino nuovo dello Spirito che la violenza degli uomini non riuscì a distruggere.
Dei colpi inferti uno solo, l’ultimo, quando già era morto, provocò un foro da cui uscì sangue e acqua, il nutrimento della chiesa nascente, il vino della gioia che non non sarebbe mai più venuto a mancare nelle nozze eterne con lo Sposo.
Straordinario questo Dio che non si tiene niente per sè, che ci vuole dare tutto ciò che è suo, ciò che lo connota, eterno amante, eterno amato, eterno amore.
Cosa offrirti Signore che non sia tuo? Di cosa hai bisogno?
Un tempo uccidevano vittime sopra i tuoi altari, offrivano sacrifici per placare la tua ira, per guadagnarsi la tua benevolenza.
I sacerdoti lo facevano per tutto il popolo, dopo aver per prima cosa purificato se stessi.
Oggi tu ci presenti il dono da accogliere, te stesso, lo Sposo che non ci verrà tolto se ci lasciamo come argilla molle e docile modellare dalle tue mani sì che neanche una goccia del tuo sangue versato si perda senza portare frutto.
Grazie Signore perchè più mi vuoto e più mi riempio di te, più amo e più mi sento amata da te.
Grazie perchè sento insopprimibile il desiderio di cercare in te tutto ciò che mi manca per essere felice e datore di vita.
Tu hai imparato l’obbedienza dalle sofferenze che patisti e chiedi a noi di fare altrettanto.
Vivere la sofferenza come dono non è concepibile per chi non ti ha conosciuto, non è facile ringraziarti quando siamo affaticati e oppressi.
” Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi, io vi darò ristoro…”
Come vivere le tue parole?
Ma l’avevi detto nel tuo primo discorso sulla montagna chi sarebbe stato reso felice…
“Beati i poveri in spirito..
Beati quelli che sono nel pianto…
Beati i miti…
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia…
Beati i misericordiosi…
Beati i puri di cuore…
Beati gli operatori di pace…
Beati i perseguitati per la giustizia…
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.”
Sembra assurdo che tu ci chieda tanto, assurdo pensare che possiamo farcela da soli, perchè la vita non fa sconti a nessuno.
Senza di te non possiamo fare nulla ma con te tutto è possibile.
E’ questa la straordinaria esperienza della fede che ci doni ogni volta che mettiamo la nostra vita nelle tue mani.

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