lunedì 17 ottobre 2016

COSA CONTA

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“Anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che possiede”(Lc 12,8)
La parola di oggi invita a riflettere su quanto io sia attaccata alle mie cose e quanto restia a condividerle con gli altri o addirittura a regalarle, prenderne le distanze, disfarmene.
Più vado avanti nel cammino di ascolto della Parola e più mi sento inadeguata e non conforme al modello che Gesù ci pone davanti.
E quello che dice non è pazzia, frutto di farneticazioni, ma terribilmente vero.
Chi di noi non sa che deve morire? Chi non sa che dietro non ci possiamo portare niente, perchè tutto ciò che non serve nel mondo di là verrà distrutto e non sopravviverà in eterno?
Di cosa quindi ci dobbiamo preoccupare? Mi viene in mente la parabola delle 10 vergini e dell’olio che solo cinque avevano provveduto a portare con sè. Quindi qualcosa ci serve per essere traghettati nell’Oltre di Dio, nel suo regno di pace, di amore, di verità e di giustizia.
L’olio che non ha niente a che vedere con le eredità del mondo, con i beni deperibili che ci hanno lasciato i nostri avi.
Chi chiede a Gesù di fare giustizia dividendo l’eredità con suo fratello, non conosce con chi sta parlando.
Una cosa certa è che Gesù è venuto a riunire, a fare di due popoli un popolo solo, che la divisione è l’arte del diavolo.
Se si tratta di soldi non possiamo dubitarne.
Gesù per tutto il tempo della sua predicazione non ha fatto altro che predicare l’amore, la condivisione, la solidarietà, la sussidiarietà perchè siamo, grazie al suo sacrificio, figli di un unico Padre e suoi fratelli.
Poichè l’eredità che ci è stata promessa, assicurata, se lo seguiamo, è quella dell’amore di Dio, amore infinito, che per quanto tu lo voglia dividere, infinito rimane.
E l’amore, ne siamo certi non muore con il nostro corpo, anzi lo mantiene pronto per ricongiungersi con l’anima nell’ultimo giorno.
Ciò che rende possibile il miracolo della vita, dell’eternità è l’amore di Dio che si estende a tutti e che è efficace solo se decidiamo di vuotare la nostra casa di bagagli ingombranti e deperibili e gli facciamo spazio per accoglierlo.
E’ un po’ come il gas nella mongolgiera che non si alza se non ce lo metti, ma anche se ce lo metti si solleva solo se getti a terra, lasci a terra la zavorra.
Signore Gesù tu ci hai creato per amore e ci hai chiamati all’amore.
Quanto sono distante dal tuo progetto, quante cose riempiono i miei armadi, le mie cantine, le mie case, i miei frigoriferi!
Questa mattina trovo questa parola che mi invita a cominciare da me.
Non ancora ho digerito tante ingiustizie emerse dalla non divisione dell’eredità di mamma e papà.
E poi, come se non bastasse, ho pensato e ricordato quanto male ci ha fatto l’indebito arricchimento di alcuni parenti a nostro danno.
Tante ingiustizie che ci hanno mostrato le ferite ancora aperte, il non perdono che continua a corrodere il nostro cuore.
Signore Gesù noi vogliamo essere tuoi completamente, vogliamo aspettarti con l’unica provvista che ci dà la possibilità di stare sempre con te.
L’olio delle lampade, non venga mai meno, Signore.
Aiutaci ogni giorno a capire cosa conta e cosa serve per essere veramente tuoi discepoli.

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