martedì 20 settembre 2016

Beni

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“Rendi conto della tua amministrazione, perchè non potrai più amministrare”( Lc 16,2)
Arriva prima o poi per tutti il momento di riconsegnare a Dio, volenti o nolenti le cose che ci ha affidato.
Spesso penso che il cammino alla sequela di Cristo è un cammino in salita e come ben si sa, più sali, più devi essere leggero, non avere bagagli, perchè non ti appesantiscano e ti impediscano di arrivare alla meta.
Gerusalemme sta in alto, ma il monte Calvario è ancora più in alto.
Gesù non ebbe paura a lasciare tutto, per consegnarsi alla follia degli uomini che lo avrebbero traghettato nella gloria di Dio, nelle braccia del Padre.
La sua missione è quindi stata segnata da uno spogliamento progressivo fino a morire per noi.
” Chi vuol essere mio discepolo , dice Gesù, rinunci a tutti i suoi averi, i suoi affetti, prenda la sua croce e mi segua”
Ciò che Gesù portò sul Calvario furono le braccia della croce, a cui doveva essere inchiodato il suo abbraccio, il suo amore eterno, incorruttibile, santo e benedetto.
E se vogliamo entrare nella sua gloria anche a noi chiede di salire sul monte che nella morte rivela la vita portando il nostro piccolo o grande pezzo di legno, la nostra capacità di amare, perchè con Lui possiamo inchiodare il nostro piccolo amore, il nostro abbraccio e guadagnarci un posto in paradiso.
Noi siamo forse l’ultima generazione che è nata da un abbraccio e questo è davvero sconfortante perchè significa che il mondo ha avuto la meglio con le sue lusinghe.
Ma io credo che Gesù è il più forte, ha già vinto il mondo e continua a parlarci perchè collaboriamo alla sua salvezza, combattiamo con Lui, con Lui amiamo, per Lui viviamo, con Lui moriamo, grazie a Lui risuscitiamo.
Oggi il Vangelo ci parla di un cattivo amministratore a cui il padrone vuole togliere l’incarico, perchè ha usato i beni affidatigli per il suo tornaconto.
Questo peccato penso lo facciamo tutti, anche se siamo persone di chiesa, ci confessiamo e comunichiamo, siamo i cosiddetti credenti praticanti.
Quante cose usiamo male, o addirittura le sciupiamo, non diamo loro il giusto valore, quanta disonestà c’è nelle nostre azioni piccole e grandi!
L’egoismo è duro da estirpare ed è difficilissimo separarsi da beni che crediamo solo nostri che non siamo disposti a condividere con nessuno.
La porta del paradiso è stretta ma noi continuiamo ad accumulare beni deperibili.
L’amministratore disonesto manifesta una furbizia che dovrebbe farci scuola.
Conquistarsi l’amicizia delle persone facendo loro del bene è veramente l’unica strada per rendere quel pezzo di legno forte e grande abbastanza perchè possiamo tenere le braccia allargate a comprendere il mondo in Gesù, con Gesù, per Gesù, quando ci sarà chiesto il conto della nostra amministrazione.
La fede e la speranza spariranno, l’unica cosa che rimane è la carità, l’olio delle lampade per andare incontro allo Sposo.

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