venerdì 22 luglio 2016

S. Maria Maddalena


Image for Le Beatitudini degli sposi
” Va’ dai miei fratelli” ( Gv 20,17)
Ci sono momenti Signore che tu mi chiedi l’impossibile, quando vorrei stare un po’ più a lungo con te dopo averti cercato con tutta l’anima mia e con il corpo ho percorso tutte le strade e ho chiesto a chiunque incontravo” Avete visto l’amore dell’anima mia?”
E stanotte è successo, proprio quando lo scoraggiamento si stava impossessando di me.
Mi è bastato leggere le parole del Cantico che la liturgia ci propone per ricordare il tuo incontro con la Maddalena, che come me non riusciva a vederti, a riconoscerti, mentre tu le parlavi.
Tu il custode del giardino!
Che bello pensare che quel giardino che tu ci hai regalato, dove tu ci hai messo non hai permesso che sfiorisse e s’inselvatichisse per la nostra incuria, disattenzione, incapacità di prendercene cura.
Tu Signore non hai permesso che il nostro poco amore distruggesse o vanificasse il tuo grande eterno, incommensurabile amore. Così questa notte ho ritrovato il giardino e ci sono entrata e ti ho visto e ti ho riconosciuto e la pace e la gioia è entrata nel mio cuore e hanno disteso i nervi i muscoli i tendini impazziti di questo corpo malato.
Ho pensato all’amore che ti ha legato alle donne del vangelo, Maria tua madre e tua sposa, la Maddalena, la donna che non aveva smesso di seguirti dopo essere stata da te guarita dai sette demoni.
Non faccio fatica a credere che la sua malattia fosse quella di non riuscire ad amare a coltivare la terra benedetta e santa della relazione con l’altro diverso da sè.
Le due Marie ti hanno seguito fin sotto la croce , insieme ad altre donne, perchè la vita cresce e si sviluppa nel loro seno.
Tu Signore questa notte mi hai ricordato attraverso queste donne che ci ami di amore eterno e che sei morto per noi.
Ho meditato sgranando il rosario su questo grande e ineffabile mistero del tuo amore, giardino che non appassisce mai, dove tutto il tumulto dell’anima si placa e i profumi e i colori e la pace della tua presenza placano le tempeste dell’anima e del corpo.
I dolori erano tanti, lo sai e non trovavo una posizione giusta per non urlare, un appoggio che non mi facesse sentire le pietre aguzze di un giaciglio non scelto che è diventata la mia condanna, mentre mi lacerano la carne e mi frantumano le ossa.
Sei venuto Signore e anche a me hai chiesto” perchè piangi?” .
Ho sentito la tua voce mentre mi sussurrava parole di amore, mi rinnovava le promesse, riapriva il cuore alla speranza.
Mentre sgranavo il rosario e mi perdevo nell’incontro che stavo vivendo, attraverso Maria rivivevo, anzi vivevo la gioia del ” kaire!”, che fu sua, e di ogni persona da te visitata, e poi quel sentirmi chiamata per nome, finalmente, come accadde a Maria di Magdala. “Antonietta!”
Mi sono addormentata nelle tue braccia, o forse mi hai solo chiuso gli occhi, come accadeva quando ero piccola e cercavo così di vincere le paure della notte attraverso quel contatto d’amore.
Quando te ne sei andato hai lasciato a Maria e ai tuoi santi e ai tuoi angeli di vegliare su di me e di accompagnarmi nella giornata che mi attende.
Non sono sola nel riprendere il cammino. C’è chi mi ricorda quello che mi hai detto, chi conosce la strada per ritrovarti sempre.
Confido in te Signore che mi hai visitata questa notte, confido in te perchè le tue medicine, i tuoi interventi non possono che portare bene.

1 commento:

Censorina ha detto...

Ciao Antonietta, non dormo e ho letto questo tuo bellissimo post. Grazie. Buona notte serena.
Paola