sabato 26 dicembre 2015

S. Stefano



"Chi avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato" ( Mt 10,22)


Oggi è giorno di riflessione. Abbiamo tutti la testa imballata, dal cibo e dallo stress di questi giorni che precedono il Natale.
Siamo stanchi e forse è il momento giusto per fermarci e riposare.
"Venite in disparte e riposatevi un po' " dice Gesù ai suoi discepoli, vedendoli affaticati e stanchi.
Ma il riposo, leggiamo, non dura che un battito d'ali, perchè la gente non si lascia ingannare e ti scova quando gli servi.
La chiesa, per toglierci d'impiccio e non caricarci di ulteriori doveri non ha messo di precetto il giorno di Santo Stefano, ma io avrei preferito il contrario.
Oggi è dedicato alla meditazione di quanto abbiamo ascoltato, visto, fatto.
Il Natale è una gimkana tra doveri e piaceri, una gimkana dove Gesù , se lo trovi, quello vero, non edulcorato dai nastri, le luci o gli incarti, lo trovi, dicevo, il giorno dopo, con il martirio di Santo Stefano, il primo martire.
Poichè non è festa di precetto, la maggior parte delle persone non pensa a cosa comporta la nascita del bambinello che ieri piccolo e indifeso al freddo e al gelo aveva fatto tanta tenerezza da desiderare di portagli la "copertina" come Giovanni  s'impegnò a fare,quando aveva appena 2 anni , dopo averne toccato il corpo di gesso esposto ai piedi dell'altare.
Penso oggi, che ho più tempo, a cosa mi ha portato questo Natale, quali doni mi sono piovuti dal cielo senza che io me ne sia accorta.
Faccio fatica a trovarli anche se sono sicura che il Signore non si è dimenticato di me.
Mi riesce più facile invece elencare le opere del demonio, le sue invenzioni, i suoi trucchi, le sue malvagità condite con la glassa e le decorazioni colorate; ho imparato a riconoscere lì dove si insinua, a vederlo all'opera in tante situazioni che mi coinvolgono.
Purtroppo mi accorgo del male solo quando l'ho fatto e mi dispiace, a volte non faccio il bene, e questo è il mio grande peccato, perchè voglio distrarmi e prendere le distanze da tutto ciò che mi fa star male.
In questo periodo d'Avvento ho passato il tempo a lamentarmi, per tutte le cose che andavano storte che non sono state poche.
A cominciare dalla patente, dall'insopportabile dipendenza a cui mi obbliga il foglio rosa e alla difficoltà oggettiva che comporta guidare con il freno a mano imposto dalla commissione, difficoltà a reperire istruttori al di sotto dei 65 anni, quando l'unico disposto e reperibile è Gianni, mio marito, che di anni ne ha 71.
E poi i ricalcoli a cui ho dovuto fare fronte dopo l'intervento di cataratta, con la dottoressa Cecilia che ha avuto un malore sia quando avevo il controllo a 7 giorni, sia a 30 giorni, un malore che in un periodo di festa mi ha costretto ad andare al pronto soccorso.
E poi una settimana con la paura di addormentarmi per via delle apnee, che mi facevano svegliare di soprassalto la notte e che mi lasciavano un mal di testa feroce. Il panico, la paura mi sono state compagne in questo periodo che precede il Natale, panico e paura che non sono stati accompagnati da buone e salutari compagnie.
Con Gianni è tornato il periodo delle incomprensioni. delle distanze ogni giorno da colmare, senza grossi benefici.
E poi la solitudine, lo smarrimento perchè  la persona a cui faccio riferimento durante l'anno, per i bisogni che la conduzione della casa comporta, era oltre che malata anche confusa.
Certo che a pensarci l'avvento non è stato un bel periodo, anche se ogni mattina mi sono sforzata di mettermi in ascolto della Parola di Dio.
Ho avuto , non posso negarlo, tanti raggi di luce, tante carezza troppo brevi in verità,  perchè potessi sentirmi al sicuro.
Forse è questo ciò che il Signore mi vuole dire: che il riposo dura giusto un attimo, perchè oggi è tempo di testimonianza e le folle premono alle porte, mentre avremo l'eternità per goderci la gioia di contemplare, adorare e ringraziare il Signore per tanti suoi benefici.
L'eternità fa paura a Giovanni che ha 12 anni, ci immette in un tempo in cui non devi temere i ricalcoli, perchè finalmente puoi riposare nel Suo amore.
Oggi mi si chiede di perseverare, di non farmi illusioni, che andare dietro a Gesù non ti garantisce l'esenzione dai tiket, la pensione, o la guarigione da tutti i tuoi mali.
Oggi Santo Stefano ci ricorda che la testimonianza è l'unica strada per entrare nel Suo riposo.
Perseverare nonostante la consapevolezza dei miei limiti che mi appaiono sempre più grandi e invalidanti, perseverare con la fiducia piena che Dio viene incontro alla nostra debolezza e ci mette in bocca le parole giuste al tempo opportuno, che lo Spirito di Dio non evapora come l'alcool che stordisce , ma rimane in noi e ci viene in aiuto ogni volta che lo invochiamo.
Questa mattina voglio impegnarmi a guardare non ciò che mi manca, ma il bene che Dio mi aiuta a compiere.


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