domenica 8 novembre 2015

La farina della giara non si esaurirà


Domenica della XXXII settimana del TO anno B
ore 7.26
letture: (1Re 17,10-16); (Sal 145); (Eb 9,24-28); (Mc 12,38-44)

"Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava le monete"

Il tesoro Signore sei tu e noi siamo le tue monete, perchè hai messo il tuo sigillo su ogni uomo, creandolo a tua immagine e somiglianza.
Purtroppo con il tempo copriamo quest'immagine con tante cose inutili, dannose, superflue sì da rendere irriconoscibile la tua paternità.
Il nostro compito, ma anche la nostra realizzazione sta proprio nel rendere sempre più somigliante la nostra vita al modello a cui ti sei ispirato, a te che sei l'Eterno, Creatore e Signore della vita...
E poi te la riprendi, all'improvviso, senza avvertirci.
Come vorrei Signore che oggi le tue parole mi bastassero per affrontare questa giornata che si presenta così difficile, per tamponare  i problemi derivanti dalle riconsegne continue.
Vorrei che mi bastassi tu per stare bene, non vorrei sentirmi così depressa di fronte a questa settimana che si è chiusa con un funerale e inizia con un altro.
Due vite stroncate, una giovane e una avanti negli anni...miei parenti.
Due vedove, una madre, dei figli, privati del loro bene...
Vedova mi sento anch'io che non sono ancora riuscita a staccarmi dagli affetti più cari, dai ricordi, dai rimpianti...
Mi chiedo se in me non c'è menzogna.
Ogni giorno mi interrogo su cosa devo gettare nel tesoro del tempio per dare tutto, ma proprio tutto a te.
Dico che in Paradiso non ci voglio andare con la valigia, ma non è così semplice spogliarsi di tutto ciò che ci tiene attaccati a questo mondo, che poi sono anche le cose che ci connotano, che ci definiscono.
La nudità spaventa, ma è essenziale per permettere quindi a Te di rivestirci solo del Tuo abito, della tua grazia, del tuo amore che ci copre, ci scalda e ci identifica come tuoi figli scelti e prediletti.
Sto facendo molti sforzi in tal senso, ma mi rendo conto di quanto sia lontana dalla meta.
La vedova ha messo  tutto quello che aveva, io non sono per niente certa che riuscirei a rinunciare a tutto.
Ogni volta che non per mia volontà sono chiamata a restituire quanto con estrema benevolenza mi è stato affidato, soffro e anche se dico" Sia fatta la tua volontà, tutto è tuo, è giusto che arrivi anche per me il tempo della riconsegna",  cerco in tutti i modi di salvare il salvabile, perchè la paura di rimanere  senza niente mi atterrisce.
Aumenta la nostra fede Signore, aiutaci ad accontentarci di quello che ogni giorno ci dai, del pane quotidiano che spesso è pane di lacrime, di dolore e di solitudine..
Come un turbine alla fine della vita gli scenari cambiano a tal punto che ti trovi spaesata in un luogo e in un tempo che non conosci e che a prima vista è privo di qualsiasi attrattiva.
E devi ancora svuotare armadi, svuotare tasche, mettere in conto che da un momento all'altro quei pochi amici o parenti che sono rimasti possono abbandonarti, lasciarti sola a orientarti in un mondo sempre più ostile e ti senti solo, inadeguato e un malessere più o meno grande ti infelicita il tempo che ti rimane da vivere.
Quanto vorrei Signore che la vita non fosse così complicata, specie quando nel tesoro del tempio siamo costretti a gettare le poche forze rimaste, la nostra fragilità, il nostro bisogno di aiuto, la nostra incapacità a staccarci, senza esserne dilaniati, dalle cose o dalle persone a cui siamo più legati. 
Il mio cuore è un guazzabuglio di pensieri, paure, non c'è gioia in quello che faccio e mi sento come travolta da un uragano.
Tu sei la mia ancora, la mia salvezza.
Maria aiutami a vivere le difficoltà come occasione di grazia, senza distogliere gli occhi da Gesù.
Sull'altare oggi voglio mettere il mio orgoglio che faccio fatica a mettere da parte e voglio con le parole di Maria dire" Eccomi, sia fatto di me come tu vuoi"

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