«Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello» (Mc 6,18)
Il perdono è un
comandamento divino e risponde ad un esigenza prettamente umana.
Una società non può
essere in perenne conflitto con se stessa ecco perchè anche lì dove
non c'è religione, la legge contempla il condono, l'amnistia,
l'indulto, la grazia e altre forme di pacificazione.
Le società arcaiche
conoscevano l'anno giubilare, in cui ognuno tornava in possesso dei
suoi beni. Famosa è la σεισάχϑεια "scotimento dei
pesi", che in Grecia fu attuata da un famoso legislatore,
Solone, passato alla storia.
Noi vorremmo che la
benevolenza dello stato e delle persone in particolare ci esonerasse
dal pagare lo scotto del nostro cattivo comportamento.
Il problema comunque sta
nel fatto che a decidere se ci comportiamo bene o male da un lato è
la legge che cerchiamo, se e quando possiamo, di aggirare con
l'imbroglio o con "non lo sapevo!", dall'altro sono le
persone a cui non possiamo tappare la bocca o mettere il bavaglio al
pensiero.
La gente giudica e
s'indigna specie se viene contraddetta e questo è un dato di fatto.
La cosa ci muove solo se
ci riguarda e se sulla nostra pelle viviamo le conseguenze del
giudizio negativo.
Incapaci di perdonare
puntiamo subito il dito sul nostro accusatore e vorremmo la sua testa
su un piatto che anche se non è d'argento fa lo stesso.
Certo che per arrivare
concretamente ad uccidere una persona bisogna avere coraggio e potere
ed essere esonerati dalle conseguenze del nostro gesto.
Ci scandalizziamo del
comportamento di Erode che ha ucciso Giovanni Battista, il più
grande profeta nato prima di Cristo, non ci scandalizziamo di noi che
condanniamo a morte ogni giorno tante persone ignorandole, non
facendole esistere, opponendoci alle loro richieste d'aiuto, persone
in cui Cristo cammina e si rivela.
Quando le persone ci
scomodano, attentano alle nostre sicurezze faticosamente acquisite,
quando non ci fanno sentire ok in tutto quello che facciamo e non ci
applaudono ad ogni respiro gliela facciamo pagare cara, augurandogli
una sorte ben peggiore di quella capitata a Giovanni Battista e a
Gesù.
I grandi anche se hanno
fatto una brutta fine sono compensati dalla memoria che li fa vivere
nel cuore e nella mente dei posteri, i piccoli, campioni del "fai
da te", sono condannati alla eterna dimenticanza, all'oblio,
alla non esistenza.
Voglio oggi riflettere su
quanto io sia responsabile di tante morti innocenti.
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