domenica 2 giugno 2019

"Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo"




 (Mt 28,19.20)
Alleluia, alleluia.
Andate e fate discepoli tutti i popoli, dice il Signore,
ecco, io sono con voi tutti i giorni,
fino alla fine del mondo.
Alleluia.  


Gesù ha finito le sue catechesi e se ne torna da dove è venuto.
Abbiamo gioito, pianto, riso, dormito e mangiato con Lui.
Ci siamo abbeverati alla sua fonte, lo abbiamo seguito per le strade della Galilea e della Giudea, lo abbiamo ascoltato e ci siamo sentiti beati quando le sue parole ci ridavano speranza, coraggio, forza, fede per continuare senza smarrimenti o cadute improvvise il nostro viaggio alla volta del cielo, il nostro pellegrinaggio su questa terra buia e tenebrosa, su questo percorso pieno di insidie e irto di ostacoli.
Lo abbiamo seguito fin sotto la croce e ci siamo indignati per il comportamento di chi lo ha condannato, tradito, dimenticato.
Ci siamo indignati con Lui quando l'ipocrisia nascondeva il vero culto, l'unico culto che Dio vuole.
Cosa in questo anno io non ho fatto per non perdermi neanche uno iota del suo insegnamento?
Di notte , quando il dolore mi assale e i nemici ci inzuppano il pane, quando il silenzio amplifica il grido, l'urlo del corpo, a LUI si stringe l'anima mia, a Sua madre chiedo la mano perchè la posi sui miei occhi e me li chiuda per poter riposare almeno un poco.
Come facevo da bambina quando la sera chiamavo la zia a cui ero affidata per sentire il calore delle sue dita premute sugli occhi.
Non ne avevo bisogno quando mia madre era vicina, quando d'estate tornavo a casa e dormivamo noi figli tutti nella stessa stanza dei genitori.

Don Ermete ha ribadito che il giorno dell'Ascensione è fondamentale per meditare sul fatto che dobbiamo vivere con gli occhi rivolti al cielo, ma con i piedi ben piantati per terra, continuando la nostra vita ordinaria insieme a LUI.
Basta conservare la password per stare in cielo con i piedi per terra.
In fondo è un problema di connessione alla Sua rete disponibile, di cui dobbiamo conoscere la chiave d'accesso: il Suo Nome.
Così ci assicuriamo una catechesi permanente sull'amore di Dio testimoniato dal fatto che viviamo con per e in Cristo.
E la cosa più bella è che non dobbiamo temere vuoti di memoria come accade con l'avanzare degli anni.
Lo Spirito di Dio, il testimone ce lo ricorderà e ce lo renderà presente ogni volta che lo invochiamo.
Invocare lo Spirito di Dio è invocare, chiedere l'amore.
Tutti sentiamo dal primo vagito fino alla morte il desiderio, l'anelito ad essere amati senza condizioni, amati per quello che siamo non per quello che sappiamo o possiamo fare.
Se quindi il nome di Gesù ce lo dimentichiamo, non possiamo dimenticare l'anelito di vita iscritto in ogni cuore, anelito di sguardi, carezze,consigli, aiuto in tutte le nostre difficoltà, anelito di perdono, di alleanza, di comunione, di condivisione della nostra limitatezza.
Dio è grande, troppo per noi misere creature che non riusciamo a guardare oltre il nostro pollice, che invece di tenere gli occhi e il cuore proiettati nel cielo, continuiamo a tenere gli occhi fissi a terra, e a pensare che la nostra felicità derivi dal riuscire a stare in piedi e sovrastare gli altri per vedere più ampi squarci di terra e sentirsi migliori.

So Signore che ora tocca a noi dire e fare quello che tu hai fatto.
La prima cosa è credere che se lo dici è possibile che avvenga, è certo che avviene se ci dai un cuore di ascolto.
Tu ci farai capire che significa per una come me che non cammina e non si sposta se non per brevissimi tratti, che dimentica il più delle volte cose elementari, che non ha più parenti nè amici che le corrispondano, andare in tutto il mondo e proclamare il vangelo.
Solo se farai entrare il mondo nel mio cuore non dovrò andare lontano e potrò servirti anche se su una sedia a rotelle o appoggiata ad un deambulatore.

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