giovedì 4 ottobre 2018

San Francesco giullare di Dio





"La gioia del Signore è la vostra forza" (Neemia 8,10)



Se noi fossimo contenti di te, Signore,

Non potremmo resistere

A questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo,

E indovineremmo facilmente

Quale danza ti piace farci danzare

Sposando i passi che la tua Provvidenza ha segnato.



Perché io penso che tu forse ne abbia abbastanza

Della gente che, sempre, parla di servirti

con l’aria da capitano,

Di conoscerti con aria da professore,

Di raggiungerti con regole sportive,

Di amarti come ci si ama in un matrimonio invecchiato.



Un giorno in cui avevi un po’ voglia d’altro

Hai inventato san Francesco,

E ne hai fatto il tuo giullare.

Spetta a noi ora di lasciarci inventare

Per essere gente allegra che danza la propria vita con te.



Per essere un buon danzatore, con te come con tutti,

Non occorre sapere dove la danza conduce.

Basta seguire,

Essere gioioso,

Essere leggero,

E soprattutto non essere rigido.



Non occorre chiederti spiegazioni

Sui passi che ti piace fare.

Bisogna essere come un prolungamento,

Vivo ed agile, di te.

E ricevere da te la trasmissione del ritmo che l’orchestra

scandisce.



Non bisogna volere avanzare a tutti i costi,

Ma accettare di girarsi, di andare di fianco.

Bisogna sapersi fermare e sapere scivolare invece di

camminare.

Ma non sarebbero che passi senza senso

Se la musica non ne facesse un’armonia.



Ma noi dimentichiamo la musica del tuo Spirito,

E facciamo della nostra vita un esercizio di ginnastica;

Dimentichiamo che fra le tue braccia la vita è danza,

Che la tua Santa Volontà

E’ di una inconcepibile fantasia,

E che non c’è monotonia e noia

Se non per le anime vecchie,

Che fanno tappezzeria

Nel ballo gioioso del tuo amore.



Signore, Vieni a invitarci.

Siamo pronti a danzarti questa corsa da fare,

Questi conti, il pranzo da preparare, questa veglia in

cui avremo sonno.

Siamo pronti a danzarti la danza del lavoro,

Quella del caldo, e quella del freddo, più tardi.

Se certe arie sono spesso in minore, non ti diremo

Che sono tristi;

Se altre ci fanno un poco ansimare, non ti diremo

Che sono logoranti.

E se qualcuno ci urta, la prenderemo in ridere;

Sapendo bene che questo capita sempre quando si danza.



Signore, insegnaci il posto

Che tiene, nel romanzo eterno

Avviato fra te e noi,

Il ballo singolare della nostra obbedienza.



Rivelaci la grande orchestra dei tuoi disegni;

In essa quel che tu permetti

Dà suoni strani

Nella serenità di quel che tu vuoi.



Insegnaci a indossare ogni giorno

la nostra condizione umana

Come un vestito da ballo che ci farà amare da te,

tutti i suoi dettagli

Come indispensabili gioielli.



Facci vivere la nostra vita,

Non come un gioco di scacchi dove tutto è calcolato,

Non come una match dove tutto è difficile,

Non come un teorema rompicapo,

Ma come una festa senza fine

in cui l’incontro con te si rinnova,

Come un ballo,

Come una danza,

Fra le braccia della tua grazia,

Nella musica universale dell’amore.



Signore, vieni a invitarci.


Madeleine Delbrêl 

1 commento:

Rosella ha detto...

Bellissimo Antoniettta questo scritto che hai tratto da un'opera di Madeleine Delbrel, come ti dicevo me la stamperò così potrò leggerela ogni volta che lo desidero.
Buonanotte!
Un abbraccio di Cuore!