giovedì 22 agosto 2013

LA STORIA DI UN ABBRACCIO CHE SALVA LA VITA



Brielle e Kyrie, le gemelle di Heidi and Paul Jackson, erano nate il 17 ottobre 1995, con dodici settimane di anticipo. 
Secondo i protocolli ospedalieri del tempo se capitava un parto gemellare prematuro, era obbligatorio collocare ogni gemello dentro incubatrici separate, per ridurre i rischi di infezione. 
Questo fu il protocollo eseguito nel reparto rianimazione del Medical Center of Central Massachusetts in Worcester. 
Kyrie pesava leggermente di più e cominciò a crescere immediatamente, dormendo regolarmente. 
Brielle, al contrario, pesava molto meno alla nascita, non riusciva a dormire e non cresceva. 
Aveva problemi respiratori e cardiaci. Il livello di ossigeno nel sangue era basso. 
Improvvisamente, il 12 novembre, Brielle entrò in condizioni critiche. Cominciò ad annaspare mentre il viso, le braccia e le gambe divenivano scuri. 
Singhiozzava mentre battiti cardiaci aumentavano vertiginosamente, segnalando che il suo fragile organismo era sotto stress. Brielle stava morendo. 
L’infermiera Gayle Kasparian provò tutto quello che era possibile per stabilizzare le condizioni di Brielle. 
La neonata fu subito soccorsa dai medici, mentre il suo respiro veniva assistito manualmente dall’infermiera e i livelli di ossigeno aumentati. 
Ma le condizioni rimanevano critiche. Fu a quel punto che l’infermiera che ricordò un fatto che le era stato riferito da una collega. 
Una procedura comune in alcune parti di Europa ma vietato negli Stati Uniti. 
Secondo questa procedura i gemelli nati prematuramente venivano messi dentro l’incubatrice insieme. 
L’infermiera Gayle Kasparian, non potendo consultarsi con la sua superiora, Susan Fitzback, che era fuori sede per una conferenza, decise di correre il rischio e mettere i gemelli nella stessa incubatrice. I genitori dei gemelli acconsentirono.
Contro ogni aspettativa e davanti agli occhi sbalorditi dei genitori e dell’infermiera e dei medici di turno al reparto, dopo qualche minuto, le due gemelle fecero lo sforzo di avvicinarsi l’una all’altra ma Brielle era evidentemente ancora in enorme difficoltà e in condizioni critiche. Era ancora fra vita e morte. 
Kyrie, inaspettatamente, si avvicinò nell’incubatrice alla sorellina sino a creare il contatto fisico.
A QUEL PUNTO ACCADDE QUALCOSA DI INCREDIBILE. 
Kyrie stese il braccio sinistro e abbracciò la sorellina e si addormentò. Fu questione di minuti e i livelli del sangue e di ossigeno di Brielle cominciarono subito a stabilizzarsi. 
 L’infermiera Gayle Kasparian riuscì a mettersi in contatto con la sua superiora alla conferenza alla quale stava partecipando e che aveva come argomento proprio i parti prematuri.
Informata del fatto, Susan Fitzback subito informò i medici e gli esperti presenti alla conferenza e la notizia fece il giro del mondo. 
Nel giro di poco tempo i protocolli cambiarono . 
Oggi Kyrie e Brielle conducono una vita normalissima. 
Ma la loro storia resta a testimonianza di quanto è grande il mistero della vita.
Questa è una storia d’amore, una bellissima storia d’amore che dimostra quanto per una vita da sola possa essere dura, ma basta un abbraccio a rendere tutto più semplice.
E quando l’abbraccio viene da una sorella o un fratello vale molto di più, diamo più valore alla nostra famiglia, è l’unica che può salvarci la vita quando va tutto male
 Il Mercante delle Note: LA STORIA DI UN ABBRACCIO CHE SALVA LA VITA... com...:


scheda del libro http://www.campedel.it/schlibro/255487.HTM

1 commento:

Rosella ha detto...

Bellissima questa storia vera. Ho sempre creduto molto nella forza dell'abbraccio. Un abbraccio è pura energia positiva. Non costa molta fatica, ma dà veramente molto. Per me gli abbracci sono una vera e propria fonte di ricarica.
Per questo motivo te ne mando uno enorme.
Ciao Antonietta, un bacio!