martedì 12 maggio 2015

Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito.




Così Emanuele immagina lo spirito Santo:  un cuore con tanti cuori.


VANGELO (Gv 16,5-11)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».


Capita a tutti di accorgersi che chi ci ha lasciato ha detto o fatto cose belle, buone di cui non ci siamo accorti quando era in vita.
Gesù doveva morire perchè capissimo fino a che punto Dio ci ama.
A me è successo e continua a succedere che tante parole dette da mio padre mi tornino in mente ora, che lui è morto ,in momenti difficili, cruciali, ma anche sbocchi gioiosi della mia vita che volge al tramonto, parole che me lo rendono vivo e presente, perchè ne testimoniano l'amore, la cura, il sacrificio per noi figli, per me in particolare che mi sentivo un po' messa da parte, per via del fatto che ero la più grande in famiglia.
Ne provo nostalgia, ogni volta che mi succede, ma poi me lo sento venire accanto, mentre insieme diciamo un'Ave Maria, come gli ultimi tempi, prima che andasse a raggiungerla in cielo.
Questi sono gli unici anelli che porto al dito: la fede che mi regalò nonna per il mio matrimonio, il rosario che mi regalò Gianni dopo la conversione, la fede che papà regalò a mamma nell'anniversario dei loro 60 anni di matrimonio.
Acquistano valore con il tempo di Dio.

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