Signore, oggi è il giorno più lungo.
La chiesa tace, tu taci.
Dalla croce ci inviti a meditare le parole che hai seminato nei nostri cuori.
Sono
tante, Signore, che non le ricordo, ma tutte, nell'arco dell'anno, mi
hanno indicato la strada per non perderti di vista, per non perdermi.
Signore,
oggi, nel silenzio di questo momento, immerso nella tua eternità,
percepisco la tua sete, quella sete che ti ha fatto muovere dal cielo e
ti ha fatto scendere qui tra gli uomini.
Quella sete alla base di tutto.
Quello
che hai sopportato Signore è per quella sete. Quello che oggi stai
facendo negli Inferi, il luogo più distante dal Padre, la massima
distanza.
Anche tu Signore hai provato cosa significa sentire gli amici lontani, Dio lontano.
Anche tua madre.
Anche noi.
In
tutto simile a noi, uomo dei dolori, te li sei presi sopra le spalle i
nostri, facendo tua la nostra sete, sete di Dio, sete di amici, di
verità, di giustizia, di pace.
La
nostra sete e la tua sete che possano incontrarsi questa notte ,
Signore, quando la chiesa s'illuminerà tutta con le candele accese al
Cero Pasquale e risuoneranno le voci dei profeti che ti hanno preceduto.
Fà
che insieme possiamo bere allo stesso calice l'acqua della
dell'afflizione, trasformata nel vino della gioia del mattino di Pasqua.
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