Ieri
pomeriggio con Gianni ci siamo rubati una messa, come sono solita
dire, quando ci si aprono varchi imprevisti alla nostra vita di
dolore e di corsa.
Oggi
avrei dovuto con la macchina, accompagnarlo a Lanciano per fare la
fluorangiografia al suo occhio sinistro, che all'improvviso si è
spento per un infarto alla retina.
Sono
anni che lui mi accompagna in questi percorsi di dolore e di speranza
e ora è giunto il momento di restituire.
Premesso
che da quattro anni combatto per un edema maculare cistoide, allo
stesso occhio, senza successo, che non sono autonoma nel camminare
sulle mie gambe, era grande l'apprensione per una cosa per la quale
non sono attrezzata.
Perciò,
ho sentito forte il bisogno di chiedere l'aiuto a Dio.
Entrata
in chiesa ho dimenticato il motivo per cui vi ero andata, quando ho
visto Ebe.
Da
mesi ci ha tolto il saluto e, quando ci vede, si gira dall'altra
parte e si allontana:eppure frequentiamo la stessa chiesa e lo stesso
gruppo di preghiera.
Invano
ho cercato in questi mesi di incrociare il suo sguardo per farle un
sorriso, perchè alla mia lentezza di movimento risponde con una
incredibile agilità nello scomparire ai miei occhi.
Il
pensiero è andato a quanto soffre il corpo di Cristo per le
divisioni al suo interno e così mi sono messa a pregare e a chiedere
al Signore le strade della riconciliazione.
Grande
è stata la mia, la nostra gioia, quando al segno della pace, Ebe si
è staccata dal banco ed è venuta sorridente a stringerci la mano.
Il
cuore si è aperto alla speranza, perchè Dio sa di cosa abbiamo
bisogno.
E
se ieri ha fatto un così grande miracolo, perchè oggi dovrei avere
paura?
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