giovedì 14 febbraio 2013

È vicino a voi il regno di Dio




VANGELO (Lc 10,1-9)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”».

La povertà è il tema su cui il vangelo di oggi ci chiama a soffermarci: povertà del missionario, che deve portarsi dietro come unico bagaglio la Parola, Gesù Cristo. Le parole di Pietro riportate negli Atti sono illuminanti a proposito
«Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!».
Certo che sembra utopistico oggi attuare quello che Gesù ci dice. Ciò che è stato possibile per i primi discepoli non lo è più per noi che viviamo in un mondo completamente diverso. A chi non è venuto in mente che il Vangelo vada aggiornato? Pensiamo che si debba fare come quando ti scade una pagina Web: basta premere il pulsante "aggiorna" ed è fatta.
La parola di Dio, se scadesse, non sarebbe parola di Dio, ma di uomini.
E' sempre Pietro a parlare a proposito di durata della pagina scritta sul pc del Padreterno. «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna"(Gv 6,68)
Certo che per pensare di non portarsi dietro niente, neanche gli effetti personali, bisogna non andare lontano.
Che non voglia dirci il Signore di rimanere a casa nostra dove c'è tutto a portata di mano e che possiamo, anzi dobbiamo partire dai vicini, per dire che il regno di Dio è vicino?
A chi abita con noi, sopra o sotto di noi, o a un tiro di schioppo, persone con le quali non ci spariamo per la polvere, come si usa dire dalle mie parti, importa sapere che il regno di Dio è vicino? Io credo che a me, prima che lo conoscessi, non poteva importare di meno, con tutti i problemi che la vita mi metteva davanti ogni giorno.
Come interessare la gente all'annuncio? Prima di tutto concretamente facendogli capire in cosa consiste il regno di Dio.
Shalom! Pace a te! Quelli che ce l'hanno con noi o quelli a cui noi non riusciamo a perdonare il loro non essere come li vorremmo, che non ci amano e non ci corrispondono, sentendosi salutare in quel modo, penso che un balzo sulla sedia, come minimo, lo farebbero, chiedendosi cosa sta succedendo.
Qualcuno potrebbe pensare ad un colpo di caldo, ma qualcun altro verosimilmente potrebbe pensare che il regno di Dio è vicino.

3 commenti:

Rosella ha detto...

Tu con il dono che hai di spiegare chiarisci, io leggo e medito..
Grazie Antonietta.
Ciao.
Buon pomeriggio! Un bacione

Anonimo ha detto...

Eddai Anto', fai questa raccolta di testi evangelici e meditazioni!!!

Saray ha detto...

Shalom..una parola densa di significato. Mi piace questo saluto. Potrei provarlo con una coppia che ha problemi propri e detesta tutti. Da un pò stentano salutare e hanno negli occhi il buio e la tristezza. Io li saluto sempre con un sorriso, loro sfuggono, non si fanno aiutare e diventano aggressivi se accenni a parlare con loro, salutano appena. Si stanno facendo il vuoto attorno Potrei cambiare saluto..grazie del consiglio. Un bacione e un abbraccio :)