venerdì 28 dicembre 2012

“Se tu non mi parli, io sono come chi scende nella fossa!"


Non fa in tempo a nascere che subito crea un putiferio Gesù: uno “tsunami”, per dirla con una parola che ci evoca grandi tragedie.
Il 26 muore Stefano il primo martire nel portare, sostenere la verità di Cristo davanti alle sinagoghe. Muoiono oggi, 28 dicembre, i bambini colpevoli solo di essere suoi coetanei.
Innocenti condannati a morire per Gesù, il dono sceso dal cielo, Dio che è venuto a salvarci.
Natale dura giusto il tempo di scartare i regali e di rimpinzarci di cibo.
Poi la resa dei conti.
Anche se , in pieno Avvento, della sorte cruenta del precursore, Giovanni Battista, ci informa direttamente Gesù. ( Matteo 17,10-13 - Elìa è già venuto, e non l’hanno riconosciuto.)
Ma quando l'abbiamo letto, abbiamo forse pensato ad una svista e ce ne siamo dimenticati.
Perchè l'Avvento è il tempo dell'attesa, della speranza, della gioia, della trepidazione per questo Dio che si fa così piccolo, tenero, vulnerabile, da farci desiderare di avvicinarci e stringerci a Lui.
Chi di fronte a un bambino si sente di affilare le armi, di prendere le distanze, di mettersi in guardia?
“Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!” è scritto.
Quante belle parole in tempo d'Avvento! La speranza ci ha dilatato il cuore, ha dato le ali ai piedi, ci ha nutrito con miele di rocca.
Poi la mazzata in testa: Santo Stefano, i Santi Innocenti, la fuga della Sacra Famiglia in Egitto e poi il cambiamento di programma dei Magi.
Gesù sconvolge le nostre aspettative, cambia i nostri percorsi, ci mostra ciò che non vorremmo vedere, ci invita a seguirlo sulla strada ardua e difficile da subito.
Non c'è il tempo neanche per coccolarlo un poco questo bambinello, per adorarlo, perché la liturgia ci sveglia con il suono delle campane a martello.
Non ci possiamo permettere di portarlo al petto, di adorarlo con gli occhi e con il cuore questo Gesù, da cui si sprigionerà tanta forza da farci rimanere tramortiti. Goderci la tenerezza delle sue mani, delle sue piccole e fragili braccia, del suo essere bisognoso di tutto.
Per fortuna che bambini possono godere ancora un poco del Piccolo nato, come ha fatto Emanuele, il mio nipotino più piccolo, che se l'è messo nel letto perché è diventato suo amico e gli mette la copertina, (la stessa cosa la fece Giovanni quando aveva la sua età).
Ma noi siamo grandi e non ci possiamo permettere di ignorare le Scritture e di vedere di che lacrime grondi e di che sangue il sacrificio del figlio di Dio, l'Innocente per eccellenza, che, incarnandosi, ha affrontato la prima morte, la più difficile, la più dura, la più incomprensibile.
Il creatore che diventa creatura non è uno scherzo; è un ridimensionamento che ci fa girare la testa, venire i brividi davanti all'abisso profondo, incommensurabile, colmato da un amore più grande che lo fa traboccare.
E noi siamo qui a pensare al Natale con commozione, con rabbia, con nostalgia, con disgusto e chi più ne ha più ne metta.
Se non si fa in tempo a fare gli auguri prima del 25, non ti viene voglia di farli nei giorni successivi e pensi che forse è meglio soprassedere e darli per l'anno nuovo. Non sembreranno sicuramente finti.
Cosa significa augurare un buon Natale? Chi deve nascere o chi deve rinascere? Quale il prezzo di questa rinascita?
Per questo è necessario non perdere di vista il dono, quello vero, non indorato, incartato, infiocchettato, la Parola di Dio che ci accompagna e ci guida e ci fa salire sul monte delle beatitudini.

 

4 commenti:

Gus O. ha detto...

Non preoccuparti, Antonietta.
Il Natale, se vogliamo, dura tutto l'anno.
Ciao.

Daniela Fassio ha detto...

Che è successo Anto?
Sei molto adirata! Il tempo di Natale dura fino al Battesimo del Signore, una domenica dopo l'Epifania.
Il Santo Natale dipende da noi se mantenerlo sempre nel cuore.
Un abbraccio♥
Dani

Saray ha detto...

Spero che ci siano sempre meno persone che pensano a rimpizzarsi per Natale..in questo la crisi aiuta.
Per me il Natale è stato bello e l'ho particolarmente sentito nel cuore. Ma si, poi ci vuole il cambiamento. Altrimenti è Natale solo di nome.
Ti abbraccio cara :)

Farfalla Legger@ ha detto...

Credo che il tuo post sia MOLTO adatto ad una PROFONDA riflessione...Grazie per questo Baciobacio