MILANO 2012. APPUNTI DI VIAGGIO 1 giugno - 1
QUANDO LE PAROLE NON BASTANO, CONTA LO SGUARDO
La presenza nei saloni della Fiera di Milano, durante il Congresso teologico-pastorale, soprattutto tra gli 83 stand delle varie associazioni, è prima di tutto un’esperienza concreta: faticosa, intensa, però gioiosa, familiare, “festosa”. Le persone tra gli stand si incontrano, si riconoscono, si scambiano biglietti da visita, depliant, notizie sulle proprie attività, magari in una confusione di linguaggi che però non è Babele, ma intenso ascolto ed attenzione agli sguardi, agli occhi, al volto e ai gesti dell’altro: non sempre capisci le parole, però sempre “vedi il cuore” dell’altro, che viene dal Brasile o dall’Angola (grande delegazione, colorata e numerosa, quella dell’Angola!).
Fossimo capaci, nei nostri dialoghi quotidiani, nelle nostre case e nel nostro Paese, di tale attenzione all’altro, anziché essere sempre attenti – come purtroppo spesso siamo – solo alle nostro parole, al nostro punto di vista! Ecco, questo si capisce, in un incontro mondiale come questo: che quando dialoghi con l’altro, con uno che viene dall’altra parte del mondo, è l’ascolto dell’altro che conta, e il tuo punto di vista rimane importante – perché l’altro ha sete di te, vuole sapere tutto di come fai a difendere la famiglia nel tuo Paese -, però ti accorgi che ogni “altro” aggiunge qualcosa alla tua persona, e ti rende più ricco. Nessuno qui fa marketing di se stesso, ma tutti hanno occhi e orecchie aperte all’ascolto, per capire, contemplare e farsi sorprendere dai mille volti della generosità dello Spirito, che opera in ogni angolo del mondo in una Chiesa delle famiglie e delle Chiese locali che è un miracolo vivente di ricchezza di umanità e di fede.
E certamente così saremo, dopo questo incontro mondiale: più ricchi dell’umanità che ci saremo donati reciprocamente.
Francesco Belletti
La presenza nei saloni della Fiera di Milano, durante il Congresso teologico-pastorale, soprattutto tra gli 83 stand delle varie associazioni, è prima di tutto un’esperienza concreta: faticosa, intensa, però gioiosa, familiare, “festosa”. Le persone tra gli stand si incontrano, si riconoscono, si scambiano biglietti da visita, depliant, notizie sulle proprie attività, magari in una confusione di linguaggi che però non è Babele, ma intenso ascolto ed attenzione agli sguardi, agli occhi, al volto e ai gesti dell’altro: non sempre capisci le parole, però sempre “vedi il cuore” dell’altro, che viene dal Brasile o dall’Angola (grande delegazione, colorata e numerosa, quella dell’Angola!).
Fossimo capaci, nei nostri dialoghi quotidiani, nelle nostre case e nel nostro Paese, di tale attenzione all’altro, anziché essere sempre attenti – come purtroppo spesso siamo – solo alle nostro parole, al nostro punto di vista! Ecco, questo si capisce, in un incontro mondiale come questo: che quando dialoghi con l’altro, con uno che viene dall’altra parte del mondo, è l’ascolto dell’altro che conta, e il tuo punto di vista rimane importante – perché l’altro ha sete di te, vuole sapere tutto di come fai a difendere la famiglia nel tuo Paese -, però ti accorgi che ogni “altro” aggiunge qualcosa alla tua persona, e ti rende più ricco. Nessuno qui fa marketing di se stesso, ma tutti hanno occhi e orecchie aperte all’ascolto, per capire, contemplare e farsi sorprendere dai mille volti della generosità dello Spirito, che opera in ogni angolo del mondo in una Chiesa delle famiglie e delle Chiese locali che è un miracolo vivente di ricchezza di umanità e di fede.
E certamente così saremo, dopo questo incontro mondiale: più ricchi dell’umanità che ci saremo donati reciprocamente.
Francesco Belletti
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