mercoledì 30 maggio 2012

La famiglia casa dell'umanità






MILANO 2012. APPUNTI DI VIAGGIO 30 maggio
   
La famiglia casa dell' umanita'

Stamattina all’Incontro mondiale delle famiglie di Milano il card. Ravasi ha sapientemente cucito le parole della Bibbia e le parole della contemporaneità, a confermare che attorno alla famiglia si gioca il presente e il futuro dell’umanità. Ci è piaciuta l’immagine della famiglia come casa, radicata sulla coppia come fondamenta da costruire, che vede i figli come pietre viventi dei muri della costruzione, e che vive nelle stanze del dolore, del lavoro e della festa: poter dire “la famiglia è la casa dell’umanità” significa dire anche che la dignità e la felicità di ogni persona è protetta dalla famiglia, così come la casa protegge la famiglia.
Inoltre ci aiuta a capire, come anche il card. Ravasi ha ricordato, che la casa deve avere porte e finestre aperte sulla città, sulla società: potremmo dire, nella nostra esperienza di associazioni di famiglie, che la città dell’uomo si costruisce “mettendo fianco a fianco tante case”, così come le famiglie insieme costruiscono villaggi, nazioni, la società tutta.
Non è senza significato ricordare, a questo punto, l’art. 11 della Carta dei diritti della famiglia della Santa Sede (che – ricordiamo -- è offerta a tutti, come manifesto da appendere in ogni casa, allo stand del Forum, in italiano e in inglese), quando ricorda che “la famiglia ha il diritto ad una decente abitazione, adatta per la vita della famiglia e proporzionata al numero dei membri, in un ambiente che provveda i servizi di base per la vita della famiglia e della comunità. Una priorità ancora urgente e spesso senza risposte, nelle politiche locali e nazionali del nostro Paese, ed è triste pensare che questa Carta è del 1983!
Ma da stamattina porteremo nel cuore anche l’appassionato intervento di Luigino Bruni, soprattutto quando ricordava che il lavoro trova in se stesso il proprio valore, e non nel prezzo che lo qualifica, così come ricordava Charles Peguy: “si alzavano e cantavano all’idea di partire per il lavoro”. Perchè anche nel lavoro, nel lavoro buono, così come nell esperienza della festa, sempre con le parole di Bruni, la felicità “è una questione di gratutà e di rapporti, di relazioni tra le persone”. Nel dono e nella relazione con l’altro, si vive bene in famiglia, si lavora con gusto, si può davvero fare festa.

Francesco Belletti

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