lunedì 3 ottobre 2011

La metafora della famiglia




 (Cfr Lc 10,25-37)


Da Gerusalemme (la città posta sul monte, la sposa del grande re), la famiglia scendeva verso Gerico, nella pianura del gran lago salato, sotto il livello del mare. Scendeva per le vie tortuose e impervie della Storia quando, ad una svolta della strada, incontrò i Tempi Moderni. Non erano di natura loro briganti, non peggio di tanti altri tempi, ma si accanirono subito contro la famiglia, non trovando di loro gradimento la sua pace, che rispecchiava ancora la luce della città di Dio.



Le rubarono prima di tutto la fede, che bene o male aveva conservato fino a quel momento come un fuoco acceso sotto la cenere dei secoli. Poi la spogliarono dell’unità e della fedeltà, della gioia dei figli e di ogni fecondità generosa. Le tolsero infine la serenità del colloquio domestico, la solidarietà con il vicinato e l’ospitalità sacra per i viandanti e per i dispersi.

La lasciarono così semiviva sull’orlo della strada e se ne andarono a banchettare con il Materialismo, l’Individualismo. l’Edonismo, il Consumismo, ridendo tutti assieme della sorte sventurata della famiglia.

Passò per quella strada un sociologo, vide la famiglia sull’orlo della strada, la studiò a lungo e disse:”Ormai è morta”. Le venne accanto uno psicologo e sentenziò:’U istituzione familiare era oppressiva. Meglio che sia finita!”

La trovò infine un prete e si mise a sgridarla:”Perché non hai resistito ai ladroni?Dovresti combattere di più. Eri forse d’accordo con chi ti calpestava?”

Passò, poco dopo, il Signore, ne ebbe compassione e si chinò su di lei a curarne le ferite, versandovi sopra l’olio della sua tenerezza e l’olio del suo amore. Poi, caricatala sulle spalle, la portò alla Chiesa e gliela affidò, dicendo:”Ho già pagato per lei tutto quello che c’era da pagare. L’ho comprata con il mio sangue e voglio farne la mia prima piccola sposa. Non lasciarla più sola sulla strada in balia dei Tempi. Ristorala con la mia Parola e con il mio Pane. A1 mio ritorno vi chiederò conto di lei.”

Quando si riebbe, la famiglia ricordò il volto del Signore chino su di lei. Assaporò la gioia di quell’amore e si chiese:”Come ricambierò per la salvezza che mi è stata donata?”

Guarita dalle sue divisioni, dalla sua solitudine egoista, si propose di tornare per le strade del mondo a guarire le ferite del mondo. Si sarebbe essa pure fermata accanto a tutti i malcapitati della vita per assisterli e dire loro che c’è sempre un Amore vicino a chi soffre, a chi è solo, a chi è disprezzato, a chi si disprezza da sé stesso avendo dilapidato tutta la propria umana dignità.

Alla finestra della sua casa avrebbe messo una lampada e l’avrebbe tenuta sempre accesa. come segno per gli sbandati della notte. La sua porta sarebbe rimasta sempre aperta. per gli amici e per gli sconosciuti: perché chiunque - affamato, assetato, stanco, disperso - potesse entrare e riposare, sedendo alla piccola mensa della fraternità universale.



 

11 commenti:

paracchini ha detto...

Oggi ho avuto tempo di leggere questa elaborazione del racconto evangelico, utile per una meditazione.
ciaoo

danielafenice ha detto...

Chi è l'artefice di questa elaborazione?

laprimaparola ha detto...

@Daniela e Riccardo In occasione della prima settimana di spiritualità coniugale a cui partecipammo 10 anni fa, la coppia animatrice partì da questo scritto per farci riflettere sull'importanza di Cristo e della sua Chiesa nelle inevitabili difficoltà a cui si va incontro nel matrimonio e sulla ministerialità del Sacramento che è conferito agli sposi.
Ho conservato gelosamente la fotocopia, senza firma, dono dello Spirito, per non dimenticare e per annunciare che l'aiuto viene solo dal Signore e che anche noi siamo una coppia di salvati.
Ciao amici. Buone vacanze

anonimo ha detto...

La sua porta sarebbe rimasta sempre aperta. per gli amici e per gli sconosciuti: perché chiunque - affamato, assetato, stanco, disperso - potesse entrare e riposare...

anonimo ha detto...

Ma vi sembra giusto che al Signore di questo Mondo gli tocca SEMPRE ritornare da anonimo?

http://www.youtube.com/watch?v=IM2_UD-gcic

E' bella il tua "depandance" attrezzata!
Meglio del mio castello?

Cosa ci mettiamo sulla tavola ... cioè nella mangiatoia? 

Buon appetito.

nonsonogus ha detto...

Il potere mira a dividere. E' normale l'attacco alla famiglia, al matrimonio cristiano, alla fedeltà coniugale.
Ciao.

carloBisestile ha detto...

Ciao, Antonietta carissima.
Un caro saluto.

(Incuriosisce il commento di #4 e #5).

carloBisestile ha detto...

Gli ultimi due capoversi (Guarita dalle sue divisioni... Alla finestra della sua casa...) descrivono il valore massimo della coerenza cristiana.

lucianadal ha detto...

Bella. Assolutamente insolita e bellissima questa metafora. Stare insieme, formare una famiglia è una necessità di ogni individuo. Fare credito: è importante saperlo fare. Per certe persone è come respirare: non ne possono fare a meno. L'incontro con tutti quelli che amiamo e non, è una gioia che fa crescere. Anche se, a volte, prendi delle batoste!

anonimo ha detto...

Lettera pastorale di Dionigi Tettamanzi del 2002

laprimaparola ha detto...

@Gus
@ Carlo
@Lucia  Sono rimasta un po' indietro con gli aggiornamenti. Chiedo scusa  per la mia latitanza involontaria.
La strada è sempre più in salita.
Vi ringrazio per l'affetto, la presenza e la perseveranza
@ #10 anonimo Grazie per la segnalazione
@#6 anonimo Non capisco cosa vuoi dire