mercoledì 25 maggio 2011

Cristo e i filosofi





Sempre più intenti a dichiarare il loro laicismo, quasi che ci si contamini a parlare di fede o a professarla, negli ultimi due secoli, i filosofi si sono sentiti chiamati a rispondere alla domanda: “Ma voi chi dite che io sia? “di Gesù il Nazareno, l’Uomo che ha trasformato e scomodato la storia in quel suo venire disarmato e impotente a predicare un vangelo di vita attraverso una storia di morte.


Un’equipe di studiosi, sotto la guida del prof. Silvano Zucal, docente di filosofia teoretica all’università di Trento, si è presa la briga di cercare, attraverso il pensiero, anche inedito, dei filosofi dell’800 e del 900, come e quanto la figura del Cristo abbia interpellato ognuno di loro.


Il risultato è stato a dir poco sorprendente.
Affascinati, insoddisfatti, ma mai indifferenti, ognuno ha dato la sua risposta in scritti puntigliosamente ricercati dai curatori dell’opera: ”Cristo nella filosofia contemporanea "(ed. S.Paolo).
Così pagine di straordinaria ricchezza e interesse sono state portate alla luce, facendola su quella che è un’ insopprimibile sete di sacro e di divino, delusa, frustrata, accolta a seconda dei casi.
Il mistero di Cristo inquieta e non cessa di sorprendere anche i più duri e accaniti difensori di non verità o di verità alternative.
Così c’è un Cristo nascosto in Marx o in Sartre, una scintilla che, pur nel tentativo di oscurarla o negarla, pur brilla percettibile negli scritti dimenticati e sottratti alla memoria, perché sfuggono ad ogni pretesa di catalogazione preconcetta e predefinita.
Solitudine, dubbio, contestazione accompagnano i filosofi in questa ricerca che continua da quando l’uomo ha cominciato a pensare.
Accettare il rischio e con umiltà alzare le braccia di fronte al limite è il salto che trasforma l’Evento in esperienza di verità e di vita.
Il “logos”, dovrebbe incarnarsi, come disse Platone alla fine della sua infaticabile ricerca, per guardarla quella luce che illumina e rende piane le strade impervie e sofferte dell’uomo che pensa.
La trasformazione dell’evento in esperienza permette quindi di entrare nel mistero e capirlo e progredire nella ricerca che da filosofica diventa teologica.
Partire da Cristo per capire l’uomo è il passo temerario e vincente che approda a Dio.
La filosofia dialogica apre la strada ad un metodo che sicuramente paga e appaga, perché dà la possibilità di entrare nel mistero trinitario attraverso l’uscita dell’io da se stesso per perdersi in un Tu che ha infinite cose da dirci.
Ma queste sono le considerazioni a cui arriva il credente che, dopo aver fatto l’esperienza di fede, sente prorompente la spinta a conoscere e ad approfondire la verità per annunciarla a quanti non la conoscono.

5 commenti:

paracchini ha detto...

deve essere un libro interessante, per vedere l'evoluzione di questo pensiero filosofico su Gesù alla luce poi degli eventi storici in cui erano inseriti (gli uomini)

GinoCerutti ha detto...

Interessante. Potresti riportare la citazione di Platone, per favore?
Un saluto cordiale!

laprimaparola ha detto...

@Gino Cerutti Ho assistito alla conferenza di presentazione dell'opera in due volumi: Cristo nella filosofia contemporanea da parte del curatore Silvano Zucal. Sono stata affascinata da quello che è emerso nella fase di ricerca e di studio dei testi degli autori presi in considerazione.
Anche io ho cercato la fonte dell'affermazione che ha fatto Zucal in occasione di quell'incontro riguardo a Platone, ma non ci sono riuscita, con mio grande rammarico( per mancanza di strumenti adeguati) Mi piacerebbe saperlo.
Forse è più semplice contattare l'autore di quell'affermazione.

Buona domenica

anonimo ha detto...

Ciao, ho la sensazione che la citazione da Platone possa essere: Fedone 35

"Mi sembra, Socrate, e forse sarai anche tu del mio parere, che essere così sicuri su certe questioni, sia una cosa impossibile o, per lo meno, molto difficile, almeno in questa vita; d'altronde, io penso che il non esaminare da un punto di vista critico le cose che si son dette, il lasciar perdere il problema, prima di averlo indagato sotto ogni aspetto, sia proprio dell'uomo dappoco; quindi, in casi simili, non c'è altro da fare: o imparare da altri come stanno le cose, o trovare da sé, oppure, se questo è impossibile, accettare l'opinione degli uomini, la migliore s'intende, e la meno confutabile e con essa, come su di una zattera, varcare a proprio rischio il gran mare dell'esistenza, a meno che uno non abbia la possibilità di far la traversata con più sicurezza e con minor rischio su una barca più solida, cioè con l'aiuto di una rivelazione divina."

Complimenti per il bel blog
Annalisa

laprimaparola ha detto...

@Grazie Annalisa per la premura. Da anni cercavo quella citazione. Internet è uno strunmento potente, di grazia o di perdizione a seconda di come si usa.
Grazie ancora