mercoledì 4 maggio 2011

Casa di Betania



 


Ne avevo bisogno, come dell'acqua il mare, come dell'aria l'uccello, come ogni uomo di una casa dove sentirsi al sicuro.
Ci sono momenti in cui Dio non ti basta, specie quando la prova si prolunga nel tempo e le forze vengono meno.
In certi momenti di solitudine, di sofferenza, di abbandono, il bisogno che qualcuno ti prenda in braccio e si prenda cura di te, è insopprimibile.
Bisogno di sguardi, sorrisi, parole, bisogno di calore di mani che stringono le tue, per riprendere fiato e continuare il cammino.
Sono stata sempre una pecora madre e mi sono spesso trovata ad invidiare quegli agnellini che Gesù porta sul petto.
Così, nonostante la realtà smentisse vistosamente il desiderio di cambiare rotta, ho fatto un atto di speranza e ho presentato il progetto al Signore.
Fino all'ultimo non sapevo se quel desiderio insensato di fare un viaggio alternativo ai percorsi abituali di medici e ospedali, chiese e convegni pastorali, era giusto. Se avrei ricevuto l'ok.
E' arrivato il benestare e sono partita.
Il Signore sa di cosa abbiamo bisogno. Me lo sono ripetuto per tutto il viaggio che mi ha portato prima a Milano e poi a Novara.
Quando mi sentivo più male, dicevo che ogni posto è buono per morire e facevo una preghiera.
Ho cercato Dio non tanto nelle chiese, ma nelle relazioni, nelle storie condivise di amici che sono diventati occhi,orecchie, braccia, mani, cuore di Dio per accogliermi, coccolarmi, amarmi, come mai mi era accaduto.
Ho sentito forte il profumo inebriante che si sprigionava dal vaso di purissimo Nardo nella casa di Daniela, il profumo dell'amicizia, il rinnovarsi di una Presenza che riconosci quando senti battere il cuore all'unisono per l'Unico grande Maestro.
Ci siamo stretti sulle poltrone perchè oltre a me, che dovevo stare distesa, a Gianni, Daniela, Lucio, Lucia, Paolo, Riccardo( che aveva fatto i salti mortali per non mancare all'appuntamento) ci fosse posto per quelli che avremmo desiderato ci raggiungessero perchè la nostra gioia fosse piena.
Carlo e Rosella ancora in cerca di casa, Mariangela e Giangregorio che si erano fatti precedere dal “vino della gioia”, una bottiglia di vino buono per ognuno di noi e tante belle e consolanti parole.
Al ritorno ci siamo fermati a Loreto.
Maria ci stava aspettando nella Sua Casa , dove voleva che sperimentassimo fino in fondo la gioia di essere suoi amici, amici del Figlio.
Il profumo del Nardo purissimo è diventato più intenso durante la messa, quando Gesù in persona si è chinato sulle nostre ferite.
Abbiamo, io e Gianni ricordato la prima volta che ci siamo entrati ad agosto del 2002 con l’ansia di non farcela a sentirci una messa.
E invece quella fu la prima di tante che hanno cambiato la nostra storia di coppia che nel grembo di Maria ha ritrovato lo Sposo.
A Mariangela, per telefono avevo detto, scusandomi per non potermi fermare da lei, che speravo d'inciampare in una messa, sulla via del ritorno. E così è stato.
Voglio lodare benedire e ringraziare il Signore perchè sa sempre di cosa abbiamo bisogno.
Voglio ringraziare tutti quelli di cui si è servito per comunicarmi il Suo amore.


 

9 commenti:

danielafenice ha detto...

Cara Anto, riesci sempre a centrare il bersaglio!
Del nostro bellissimo incontro sei riuscita a farne una catechesi....!!!
Il Signore sa di cosa abbiamo  bisogno
E' stato molto bello davvero, un fine settimana speciale, che terrò conservato nel cuore,
Grazie!
Ps. Ric non poteva mancare!!! Lui lo sa bene!!!

Censorina ha detto...

Questo post mi ha dato tanta gioia, cara Antonietta. La tua forza e coraggio è un grande esempio. Prego per te. Un abbraccio. Paola

anonimo ha detto...

Carissima Antonietta,
questa sera in una mail Daniela mi ha suggerito di leggere questo tuo post: l'ho fatto subito. Grazie a entrambe! Mi ha riempita di gioia. È vero: a volte lo dimentichiamo, ma il Signore sa sempre ciò di cui abbiamo bisogno. Sono molto felice che tu sia riuscita a inciampare anche in una messa sulla via del ritorno. Ne ero certa!
Ti abbraccio forte, in attesa di poterci incontrare presto.
Mariangela

paracchini ha detto...

Mi ha molto commosso questo racconto.

In primis perché nell'immagine continuavo a vederci Gesù che porta in braccio una donna! Quindi mi ero detto "che strana immagine significativa ha scelto Antonietta"... Pare Gianni che porta la sposa.

E poi c'è la preparazione e l'attesa della partenza e dell'incontro. Mi viene in mente ora la statuetta di santa Rita che accompagnava i discorsi lì nella teca. Sì, c'erano nei nostri cuori anche chi non c'era in quel momento. E non poteva mancare l'abbraccio finale della Madonna.

Grazie

laprimaparola ha detto...

@Riccardo tu hai un occhio penetrante, perchè hai visto quello che volevo esprimere con quell'immagine imperfetta.
Quando, tornando a casa, ho chiesto a Gianni qual era il filo conduttore di questo viaggio, mi ha risposto "Tu, tu sei stato il mio filo, perchè questo viaggio l'ho fatto per te".
"E cosa ti sei riportato?"
"Le tue scarpe e la Madonna di Loreto"

lucianadal ha detto...

La gioia è stata completa! Il mio cuore ti ha riconosciuto! La vita delle persone è il rapporto con il Mistero. Lui era con noi nei nostri occhi, nei nostri sorrisi e nelle nostre mani strette per accoglierci e, poi, per dirci arrivederci!

paracchini ha detto...

Eh Antonietta, Gianni ha un cuore davvero penetrante!!! Vedi che ha unito il "Tu, tu sei stato il mio filo... e la Madonna di Loreto".

GRANDE

carloBisestile ha detto...

Un augurio sincero per la Festa della Mamma.
Oggi, e sempre.

paracchini ha detto...

Mi unisco a Carlo.