domenica 3 aprile 2011

Il dito di Dio nel fango




Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38
In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita; sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa “Inviato”. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.
Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.


Se le immagini che scorrono sul teleschermo avessero il potere di sporcarci di terra, di tingerci con il sangue di tante vittime che abbiamo visto morire insieme alle speranze dei sopravvissuti, potremmo rispondere che non ci vediamo e che abbiamo bisogno di andare a lavarci nella piscina di Siloe.
Solo se ci sentiamo sporchi sentiamo l'esigenza di lavarci.

Signore dacci l'umiltà e la docilità necessaria per farci toccare da te , qualunque sia il mezzo per ridarci la vista.



NON E' IL FANGO CHE HA GUARITO IL CIECO NATO,
MA IL DITO DI DIO NEL FANGO

6 commenti:

lucianadal ha detto...

Signore, anch'io ti ringrazio perchè la Tua Luce è giunta fino a me, creatura da Te creata. Hai spalancato i miei occhi affinchè io vedessi lo splendore del Tuo Cristo. Dammi del Suo fango affinchè io non chiuda gli occhi davanti a chi ha perduto la strada che conduce a Te.

laprimaparola ha detto...

@Lucia  La preghiera abbatte le distanze e unisce i cuori. Grazie Lucia. Un abbraccio

danielafenice ha detto...

Spero ti arrivi questa dolce musica!

paracchini ha detto...

e poi è esemplificativa la chiusa della pagina di ieri, con Gesù che dice «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dine: "Noi vediamo", il vostro peccato rimano».

 Ieri sono andato alla Basilica di San Fedele a Como, e il prete aveva concluso che era una giornata di grande gioia, ed era così contento che se ne andò senza dare la benedizione. Tutti si guardarono bisbigliando "e la benedizione?". Forse il Signore voleva che ci guardassimo tutti in faccia?

anonimo ha detto...

"La preghiera abbatte le distanze ed unisce i cuori".
Molto bello.
Una preghiera fra tutti noi...

Carlo con Rosella.

anonimo ha detto...

E io chi sono pr non essere ricordato in quella preghiera FRA tutti noi?

Pasquale
(dal pc del Carlo).