mercoledì 19 gennaio 2011

Protesi





Ripensando al POST di Riccardo, ho riflettuto sull'esito della visita all'otorino di ieri.
Con l'età l'udito diminuisce e diventa un problema per chi parla e per chi deve ascoltare.
Mio marito ha insistito perchè ci andassi nella speranza che una protesi auricolare gli risolvesse il problema.
Già perchè lui vorrebbe che io lo capissi sempre, anche quando ha la faccia girata da un'altra parte e il televisore è acceso.
Per fortuna che la dottoressa ha detto che un rimedio siffatto oggi mi provocherebbe più fastidi che altro.
Mi ha dimostrato che la migliore protesi è fare silenzio, fermarsi e guardare in faccia l'interlocutore mentre parla, prestandogli attenzione.
Infatti di quello che mi ha detto ho capito tutto e ricordo tutto.
Eravamo sole nella stanza, sedevamo di fronte e io ero molto motivata ad ascoltarla.

Mi è venuto in mente il passo della Genesi relativo alla creazione della prima coppia.

Gn2,18 «Non è bene che l'uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile», dove nel testo originario"simile" dice molto di più, perchè ha nella sua radice l'immagine dello specchio.
Gli voglio fare uno che gli stia di fronte, che lo guardi negli occhi, uno nel quale specchiarsi e riconoscersi, uno che lo definisca, gli risponda e risponda di lui, quindi.


 


Isaia 55, 1


O voi tutti assetati venite all'acqua,
chi non ha denaro venga ugualmente;
comprate e mangiate senza denaro
e, senza spesa, vino e latte.



A saperlo mi risparmiavo i soldi della parcella!

 

8 commenti:

paracchini ha detto...

Dici: uno che lo definisca: è molto interessante ciò:  nell'incontro con l'altro tu puoi sapere chi sei solamente nel momento in cui ti specchi nei suoi occhi, nella sua diversità, quando la diversità dell'altro diventa uguaglianza e campo da coltivare. 

Se volevi risparmiare quei soldi, forse non avresti incontrato quelle persone e situazioni, in cui ti saresti specchiata?

lucianadal ha detto...

Ho letto. Anche Paolo non mi ascolta! Quando sono a metà di un discorso lui va avanti, nella sua mente, a pensarla come vuole lui. Poi mi dice:"non me l'hai detto" E io "sei tu che non mi ascolti! Fermati, fammi finire la frase!" E' un ritornello che si ripete tutti i giorni! Enrico invece mi diceva che ero proprio diventata sorda. Questo solo quando parlavamo al telefono. Un giorno ha scoperto che l'audio del cordeless era al minimo: ora non sono più sorda! Questi nostri ometti ci amano troppo e vogliono averci perfette!!

danielafenice ha detto...

Io credo però che sia giusto da ambo le parti, parlare e ascoltare,
Se io so già in partenza che quella persona non mi ascolterà, sicuramente
troverò un momento più opportuno per parlare,
Se invece è un'abitudine non ascoltare,ci sarà un problema che sarà utile affrontare,

anonimo ha detto...

"Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".
Spesso si sente... il silenzio; il silenzio... parla, e come!

Carlo.

danielafenice ha detto...

Buona giornata!

Saraysun ha detto...

Lasciando da parte i problemi veramente gravi di udito..tu dici bene, guardarsi mentre si parla è la cosa più giusta da fare e non sempre si fa. Dovrebbe essere un bel gesto di interesse verso la persona e  anche di educazione. Oggi siamo tutti distratti e frettolosi e pretendiamo che ci sentano da una stanza all'altra..quando invece è più facile che ci sentano solo i vicini di casa.
Buon pomeriggio cara Antonietta

danielafenice ha detto...

                     

anonimo ha detto...

Ciaoooooooooooo Antonietta  sono venuta nel tuo blogggggg  ehiiiiiiiiiiiiii  ma che bello!!!!!  Passerò a trovarti spesso!!! Un abbraccio  ti voglio bene!