sabato 18 settembre 2010

Il nome



Il 13 giugno era grande festa a casa nostra, perchè ai santi si dava molta importanza e  S.Antonio da Padova è un grande santo.
Ho ripensato a quando per l'occasione in tanti mi facevano gli auguri e anche regali.
I festeggiati eravamo nonna Antonietta e io. Un grande e un piccolo accomunati dal nome e dalla devozione ad un santo.
Allora mi piaceva che questo accadesse perchè era l'unico giorno che si ricordavano di me.
Anche quando nonna morì, ricevevo gli auguri dagli anziani della famiglia perchè portavo il nome di nonna Antonietta, una persona amata e stimata da tutti, avendo lasciato un segno indelebile del suo passaggio nell'unità e nell'accordo che regnava tra i suoi figli, nati dai suoi due matrimoni.
Dal primo, durato pochissimo per la morte precoce di mio nonno a soli 28 anni, nacquero due figli, il più grande dei quali era mio padre, dal secondo altri tre.
Ho amato la festa ma ho sempre odiato il nome, sembrandomi assurdo che uno si potesse chiamare Antonietta.
Un nome cafone, un nome che nel dialetto si prestava ad essere anche storpiato in modo per me disdicevole. Ce l'avevo con mamma perchè me l'aveva messo, non avendo saputo sottrarsi all'usanza di rinnovare il nome dei nonni, almeno nei primi figli.
Una delle prime certezze acquisite fin da piccola fu che a mio figlio mai avrei dato il nome di un nonno, perchè mi sembrava una barbara usanza, una violenza vera e propria.
Mio figlio si sarebbe dovuto chiamare Marco, quindi, e non Franco, come il padre di mio marito, perchè questa soddisfazione era l'ultima che gli avrei voluto dare, a costo di passare sul suo cadavere.
Ma quando nacque mio figlio Franco era domenica e durante l'orario delle visite e c'erano tutti, compreso il nonno in questione, (tranne io, che ero sotto anestesia), a fargli festa quando l'infermiera si affacciò per farlo vedere.
Quando mi svegliai me lo trovai già chiamato con quel nome che tutti gli diedero per la straordinaria somiglianza con il ceppo paterno.
Ieri Giovanni a tavola ci ha raccontato di come gli piaccia guardare le persone e vedere se il nome gli si addice.
Prendendo tra le sue piccole mani la faccia del suo papà ha detto facendo una smorfia, che Franco era proprio un bel nomee che suo padre non aveva la fronte, nè il naso,, né i capelli di Marco.
No Marco proprio non gli stava bene come nome!
Io gli avevo raccontato la storia dei nomi e anche del suo che si era scelto quando stava ancora dentro la pancia di sua madre.
Era la storia di 4 bigliettini su cui i suoi genitori avevano scritto: Matteo, Mattia, Giovanni ed Emanuele e che per tre volte gettarono sulla pancia dove lui era custodito.
Per tre volte il nome Giovanni avanzò per primo e questo fu il segno.
Giovanni:: Dio ama. Giovanni il discepolo che Gesù amava. Giovanni il nome del nonno.
Ieri poi , pensando al mio nome Giovanni ha detto che Antonietta è bello e mi sta bene, ma benissimo mi sta nonna Etta.
Giovanni mi ha ribattezzato ed è questo ciò che oggi voglio meditare.
Perchè ti innamori del nome quando scopri che alla base c'è un gesto d'amore o di riconoscenza che non sempre e non subito rusciamo a scorgere.




6 commenti:

anonimo ha detto...

Bellissima, piacevole lettura!A me all'anagrafe hanno dato i nomi dei nonni materni, Carlo (da nonna Carolina) e Antonio e in chiesa battezzato solo Antonio, e per tutti fui Antonio: nella nostra zona si festeggia il sant'Antonio del 17 gennaio e, unico nipote di una nidiata infinita ad essere festeggiato dai nonni, quel giorno andavo a pranzo da loro, un semplice, indimenticabile, abbondantissimo, gustosissimo risotto alla milanese!Antonio per tutti, fino a che al servizio militare, primo impatto ufficiale con lo Stato, continuavano a cercare Carlo, il primo nome dell'anagrafe: tu, recluta, sei Carlo per lo Stao, non Antonio!Da allora in poi fui Carlo per tutti gli altri... ma sempre assolutamente, unicamente Antonio per parenti, amici, conoscenti del paesello natìo.Poi ci pensò il fisco con il codice fiscale che, per il nome, contempa CLN che significa Carlo Antonio.Viva Antonio, viva Carlo... ma per carità, solo un santo, che sia il protettore unico! Ma forse... due è meglio che uno!Ciao.Carlo (dopo i 20 anni)e anche Antonio...

paracchini ha detto...

Io Riccardo. Boh, chissà perché mi chiamo così.Quando ero piccolo piccolo mi ricordo di un muratore che si chiamava Riccardo, lavorava nei condomini dove saremmo dovuti andare ad abitare anni dopo. Ricordo aveva una mini minor rossa.Mi ricordo stava davanti al bar tabaccheria che avevano i miei.Una bella storia Antonietta.Carlo, per fortuna non ti hanno chiamato Carolino.

paracchini ha detto...

Mia mamma si doveva chiamare come sua nonna: Serafina, che in dialetto sarebbe diventato Zerafina, Zerafì...Mentre andavano a registrare il nome, incontrarono un tale, che disse "ma volete rovinargli tutta la vita a questa bambina, con quel nome?!! Te lo dico io come devi chiamarla: Aurora". E così la chiamarono Aurora.Poi stessa storia per la seconda bambina: "il tizio sentenziò: chiamatela Fedora". E così la chiamarono Fedora.Per la terza bambina tutti d'accordo, perché erano su Rita, in onore di santa Rita.V'è da dire che poi il tizio toppò clamorosamente. Quando nacque l'ultimo bambino, il tizio voleva che si chiamasse William. Ma mia nonna si oppose fermamente: "ahh noo William noo. Lo chiameremo Claudio". E così lo chiamarono Claudio.Il primo bambino di mia nonna comunque prese il nome del loro nonno, cioè del mio bisnonno: Antonio.

laprimaparola ha detto...

Quanti Antonio/Antonie in questa storia di nomi.A me piaceva pensare che Antonio veniva dal greco "anthos",fiore e quindi Antonietta significava "piccolo fiore". Ma è una mia fantasia che non corrisponde al vero.

danielafenice ha detto...

Il mio nome Daniela, non ce  lo aveva nessuno nella mia famiglia, ma alla mia mamma piacevano i nomi "Biblici! ecco il significato:Qui

anonimo ha detto...

Antonietta.Chiedi a Google "antonio significato nome" e scopri tante infinite cosette, non ultimo che c'è anche una santa Antonia.Ciao.