domenica 16 maggio 2010

Il Consolatore


Lc 24,46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
Questa mattina il cielo era nuvoloso e non era bello a guardarsi. Eppure è il giorno in cui si celebra l'ascesa di Gesù al cielo. Qualcosa avrei voluto vedere di quella luce che inevitabilmente si sprigiona da lui.
Mi sono affacciata alla finestra. Era presto.
L'atmosfera immobile del mattino, la luce opaca filtrata dalle nubi spesse, le finestre chiuse delle case vicine, il freddo e l'umidità dell'ora mi hanno fatto rientrare.
Ho pensato che non era un caso che l'antifona d'ingresso della messa di oggi ci invita a distogliere lo sguardo dal cielo e il Vangelo ci indichi la via della testimonianza.
Ho ripensato a domenica scorsa, festa della mamma, a quanto mi mancavano le attenzioni di mia madre che non c'è più, di mio marito che  per quel giorno soleva farmi regali costosi al posto di mio figlio, di mio figlio che , sposandosi, aveva dovuto scegliere una mamma da festeggiare con i suoi figli, che, guarda caso, non ero io.
Era giusto che fosse così, ma io mi sentivo sola, tanto sola.
Il post di domenica scorsa parla proprio di questo e dell'attesa di un abbraccio, di quell'abbraccio che Gesù ci ha promesso, salendo in cielo.
Mi sono guardata attorno.
Sul comò della sala un vaso con un fiore. Un fiore di palloncini colorati. Me l'avevano portato la sera di domenica i bambini entusiasti, perchè insieme alla mamma e al papà avevano partecipato alla creazione del regalo per le nonne.
"Visto che i soldi non ci sono, e i fiori costano, ci siamo impegnati a cercare qualcosa di altenativo."
Prima che si sgonfiasse ho voluto fotografarla questa opera d'arte del Consolatore.
Già, perchè per fare quel fiore si è messa in moto una famiglia intera.
Grazie Signore, per quell'abbraccio che non mi neghi mai, quando ti cerco nella Parola che illumina la mia notte.

2 commenti:

paracchini ha detto...

Questo fiore è fatto di un corpo e di aria, di carne e di spirito. Sta in un vaso di creta che gli da sostentamento.Ciao, e dai che non sei mai sola, ti pensiamo sempre

danielafenice ha detto...

Le cose di ogni giorno raccontano segretia chi le sa guardare ed ascoltare.Per fare un tavolo ci vuole il legnoper fare il legno ci vuole l'alberoper fare l'albero ci vuole il semeper fare il seme ci vuole il fruttoper fare il frutto ci vuole un fioreci vuole un fiore, ci vuole un fiore,per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re.Per fare un fiore ci vuole un ramoper fare il ramo ci vuole l'alberoper fare l'albero ci vuole il boscoper fare il bosco ci vuole il monteper fare il monte ci vuol la terraper far la terra vi Vuole un fioreper fare tutto ci vuole un fio-r-ePer fare un tavolo ci vuole il legnoper fare il legno ci vuole l'alberoper fare l'albero ci vuole il semeper fare il seme ci vuole il fruttoper fare il frutto ci vuole il fioreci vuole il fiore, ci vuole il fiore,per fare tutto ci vuole un fio-o-re.Cara Anto, buona notte!