domenica 21 febbraio 2010

Preghiera di lode




Il limite
Bisogna entrare nel deserto per rendersi conto che nulla è scontato, che molte cose di cui godiamo sono frutto dell'asservimento al peccato, agli idoli di questo mondo.
Nel deserto incontriamo il Signore, ci accorgiamo della sua provvidenza, della sua cura costante nei confronti dell'uomo.
Poveri ed in cammino alla volta della terra promessa,diventiamo pellegrini, profughi e mendicanti, a imitazione di Cristo.
Gesù, primo pellegrino, sfollato è approdato ai nostri lidi per lavarci in piedi e rimetterci in piedi per permetterci di continuare a sperare nella terra promessa ed entrare nel suo riposo.
“ Domine non sum dignus” L'estrema povertà, l'estrema inadeguatezza invoca l'onnipotenza di Dio che tutto può se lo vuole.
La memoria
La preghiera di lode non può non poggiare sull'esperienza di ciò che nella vita abbiamo percepito come dono di Dio negli eventi straordinari, nelle persone straordinarie che ci hanno portato a cambiare atteggiamento, facendoci uscire dallo scontato.
Persone che ci hanno salvato, tratto fuori dalla melma e dal fango e ci hanno restituito la dignità perduta.
Eventi in cui si è percepito lo sguardo di qualcuno chino su di noi, un samaritano che si è fatto carico delle nostre ferite e ci ha preso sulle spalle, dopo avervi versato l'olio della tenerezza e della compassione, dell'amore gratuito senza riserve.
Ed è lì che comincia la preghiera di lode.
E' un dire grazie a chi e per chi si è chinato a raccoglierci dalla strada e che ci ha sottratto al pericolo di ladroni.
La memoria di uno sguardo che suscita un altro sguardo, di gratitudine a chi hai di fronte e ti dice: “coraggio sono io non temere! Non sono un fantasma.”
Il percorso quindi parte da dove posi lo sguardo. Se sei a terra puoi guardare il cielo le stelle , il creato, se sei a terra puoi godere di tutto ciò che ti sovrasta e ti viene gratuitamente donato.
Se invece continui a rimanere sul tuo piedistallo, lo sguardo inevitabilmente si posa su ciò che sta sotto che in genere è il fango, la terra, il peccato, il fallimento, la nostra umanità imperfetta peccatrice.
“Gloria a Dio e nell'alto dei cieli e pace agli uomini di buona volontà”
La preghiera di lode è un uscire fuori da sé da sé e incontrare il tu di Dio in cui ritroviamo noi stessi e tutto e tutto ciò che gli appartiene.
La dovizia di doni dei quali non ci accorgiamo imbandiscono ogni giorno la nostra mensa. Certo che non sempre anzi raramente sul tavolo c'è quello che noi desideriamo.
Il pane spesso è pane di lacrime, di sofferenza, di solitudine, di dolore.
Come lodare Dio nella prova? Come riuscire a benedirlo e ringraziarlo quando ci sentiamo schiacciati da ogni parte?
La lode è perché c'è, perché c'è stato, perché siamo certi che la sua fedeltà dura in eterno. La nostra vita vale parecchio altrimenti non l'avrebbe riscattata pagando un prezzo così elevato.
La nostra vita è il dono più grande che abbiamo potuto ricevere, anche quando ci sembra di non servire più a nessuno, anche quando siamo dimenticati da tutti.
Sentirsi guardarti da Dio, sentirsi amati da lui nella memoria di tanti suoi benefici fa sì che che diamo senso anche le nostre infermità che servono a far meditare, riflettere quelli che vivono nell'autosufficienza e nella presunzione di non avere bisogno di nulla.
La lode scaturisce da da ciò che Dio ci ha dato ci dà ci darà.
Ma per lodare il Signore bisogna aprire gli occhi e le orecchie.( prima le orecchie poi gli occhi in verità)
“ Ascolta Israele se tu mi ascoltassi!”
Il Dio di Gesù , il Padre, provvede ai gigli dei campi, all'erba dei prati agli uccelli del cielo.
La provvidenza che si fa tangibile quando sei affamato assetato ignudo pellegrino.
Le beatitudini
La provvidenza sperimentata, vissuta ci apre la bocca alla lode, ci mette in un atteggiamento di attesa di preghiera di gratitudine di fiducia in Dio.
“ Dio è qui e non lo sapevo! “Disse Giacobbe, nella notte più buia della sua vita.
Quante volte abbiamo sperimentato l'incursione provvidenziale di Dio nella nostra storia. Ma Dio non è nello straordinario ma nell'ordinarietà delle cose.
Ridiventare bambini
“Per cosa vogliamo ringraziare Gesù?” “Per le patate e per i colori “disse Giovanni quando aveva meno di tre anni.
Ringraziare per le patate. Chi ci avrebbe pensato? Eppure bisogna ridiventare bambini, rinascere dall'alto per sperimentare quella meraviglia, quella gratitudine per il dono che Dio ci fa attraverso i 1000 gesti di tenerezza al giorno che ci aiutano a vivere.
" Dacci oggi il nostro pane quotidiano", diciamo nel Padre nostro
Il pane quotidiano in minima parte è merito nostro, il resto è gratitudine a Dio e all'altro.
Eucaristia
Come le gocce d'acqua nel vino consacrato sull'altare si perdono e diventano sangue di Cristo, così noi nel calice mettiamo la nostra indegnità unita al canto di lode perchè li trasformi in fonte di Vita per tutti.

2 commenti:

paracchini ha detto...

Giovanni "per le patate" intendeva per le patatine fritte?

Questa mattina mi ero svegliato con queste parole:
Ogni mattina mi sveglio e ci sono nuovi campi da coltivare, da arare, da dissodare. Scopri che in alcuni campi sono passati i cani a rivoltare le zolle già pronte, in altri sono passati i corvi a mangiare la semenza.
Allora sotto il sole si ricomincia a coltivare i terreni e dove il campo è pronto, a raccogliere.

danielafenice ha detto...

Bellissima lode!!!
E possiamo dire come Pietro:
Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!