martedì 5 gennaio 2010

Erano le quattro



VANGELO (Gv 1,35-42)
In quel tempo, Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: "Ecco l'agnello di Dio!". E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: "Che cercate?". Gli risposero: "Rabbì (che significa maestro), dove abiti?". Disse loro: "Venite e vedrete". Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito,era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: "Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)"e lo condusse da Gesù.Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: "Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro).


Il Vangelo di oggi è tutto incentrato sugli occhi, sul vedere, guardare ed essere guardati.. uno sguardo che rimanda ad un altro sguardo, una persona che rimanda ad un'altra persona, un annuncio ad un'altro annuncio, una sequela ad un' altra sequela.
“Ecco l'agnello di Dio”, disse Giovanni, quando vide passare Gesù.
L'annuncio genera il desiderio di conoscere più da vicino la persona di cui si parla .
Se l'incontro avviene non al ristorante, in pizzeria o in discoteca, ma in casa, sicuramente del nostro amico sappiamo più cose e possiamo con più consapevolezza scegliere se continuare a frequentarlo oppure cambiare compagnia.
Erano circa le quattro del pomeriggio, quando i due discepoli di Giovanni, dopo aver visto dove abitava, decidono di fermarsi da Gesù.
Anche i discepoli di Emmaus sentirono il bisogno di stare con Gesù, quando videro che si stava facendo notte.
Il che la dice lunga sul bisogno dell'uomo della luce, quando arriva il buio.
Gesù sembra non avere casa se , a chi voleva seguirlo, rispondeva “Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo”.(Mat 8,20)
Gesù ci invita a sperimentare di persona.
“Venite e vedrete”
Fermarsi presso Gesù, è sperimentare che Gesù vive nella casa del Padre a cui lo lega lo Spirito Santo, l'Amore fatto persona che vuol donare anche a noi.
E'Lui che porta a noi la casa, il luogo dove riconoscerci e amarci.
“Rabbi dove abiti?
Che bello scoprire che seguire Gesù è entrare in un'intima comunione con Dio, Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo!
Che cosa straordinaria il Vangelo !
Grazie, Signore perchè non ci lasci nell'anticamera ad aspettare, ma ci inviti a condividere con te l'amore che unisce gli abitanti della tua casa.
Signore quanto è bella la tua famiglia! Quanta pace, quanta gioia, quanta luce !
Anche noi , Signore,vogliamo annunciare al mondo Chi e cosa abbiamo trovato, seguendo il tuo consiglio.

3 commenti:

paracchini ha detto...

L'episodio del cambio di nome, mi ha fatto ricordare l'episodio della ragazza che mi cambia nome!! Che non mi chiama per il mio nome, ma con un altro.

È particolare questo sottolineare le ore 4 del pomeriggio. Potrebbe sembrare un dettaglio da poco. Ma in fondo evidenzia l'importanza del momento che ha cambiato la vita.

Grazie Anto.

lucianadal ha detto...

 "Erano le quattro del pomeriggio" E la vita del discepolo cambia: Anch'io ricordo con esattezza quando il Signore cambiò la mia vita: erano le due di un pomeriggio d'estate del 73, vennero da Milano due giovani a parlarci di un certo don Giussani. All'inizio li snobbai, parlavano con un accento strano, parole di non facile comprensione...Destino...Mistero. Giorgio, li aveva portati lui, era entusiasta. Io lo divenni la settimana dopo quando quel certo don Giussani venne di persona. e mi fece innamorare del Figlio dell'uomo. Grande!
E bellissima anche la tua riflessione che mi porta sempre a rivedere il mio vissuto. Grazie.

laprimaparola ha detto...

Anche io ricordo perfettamente quel giorno di 11 anni fa. Ma era l'alba, quel cinque gennaio,  quando uscii per vedere se mio marito si accorgeva di me. Ero alla ricerca di una parola che penetrasse nel silenzio in cui eravamo imprigionati, di qualcuno che mi guardasse, e che mi rivolgesse la parola. Entrai in una chiesa perchè a quell'ora era l'unica che non ti chiedeva di consumare se ti mettevi a sedere. E Dio sa quanto avessi bisogno di trovare un appoggio.Era la mia parrocchia, ma non lo sapevo.
Quando le Sue parole mi vennero incontro le divorai con avidità.
Ieri , l'anniversario, siamo andati a Loreto, nella Santa Casa a ringraziare il Signore, portando voi tutti nel cuore.