martedì 22 dicembre 2009

Magnificat



VANGELO (Lc 1,39-56)
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».

Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.



Il Magnificat di Maria nasce dalla consapevolezza del proprio limite, della distanza abissale che intercorre tra la creatura e il suo Creatore.

Ma Dio ha guardato all'umiltà della sua serva e questo sguardo riempie il cuore di gioia e di riconoscenza chi si sente troppo piccola per meritarlo.

Anche noi possiamo cantare il Magnificat, se facciamo memoria di quanto grandi cose ha fatto l'Onnipotente nella nostra vita, una memoria frutto di silenzio e di ascolto, di occhi aperti all'imprevedibile, di cuore che batte di fronte alle incursioni di Dio nella nostra storia.

Il Magnificat è riconoscere Dio Signore della nostra vita, non dimenticando tanti suoi benefici, pronti sempre a dirgli come Maria: " Sia fatto come tu chiedi, Signore"

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