mercoledì 19 agosto 2009

Eredità


Matteo 20,1-16 - In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Il Vangelo di oggi ci scandalizzerebbe di meno, se pensassimo a come ci comportiamo nei riguardi dei nostri figli.

Infatti, qualunque sia la data di nascita, a tutti destiniamo la stessa quota di eredità e scandalizzebbe il contrario.

La data della nascita quindi non fa la differenza.

E perchè la dovrebbe fare la nascita nello Spirito, la “rinascita dall'alto” , c he avviene con il Battesimo, e ci rende figli di Dio, coeredi di Cristo, partecipi del suo patrimonio infinito di grazia e di amore?

5 commenti:

paracchini ha detto...

hai scritto molto questa estate

laprimaparola ha detto...

@paracchini Sei tornato alla base, a quanto leggo. E io che ti stavo aspettando per la merenda in collina! Perciò scrivo tanto. Per non farmi prendere dalla malinconia.Comunque sono contenta, perchè è quando sei lontano che ti sento più vicino. Forse dipende dall'aria che soffia al nord.Ciao

danielafenice ha detto...

Noi fatichiamo ad accettare la conclusione della parabola, perché ci riteniamo operai della prima ora e la nostra presunzione ci fa dimenticare la grandezza e la gratuità dell'amore del Padre .
Un abbraccio
Dani

paracchini ha detto...

scusa non ce la feci a ripassare. Ti racconto domani drin drin

anonimo ha detto...

E' vero - il nostro creatore ci ama tutti allo stesso modo e per averci con lui per l'eternità ci ha mandato suo figlio ... per la nostra salvezza ...