sabato 4 luglio 2009

La perla


Gen 27,1-5.15-29 Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa.
Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.
Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no».
Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve.
Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:
«Ecco, l’odore del mio figlio
come l’odore di un campo
che il Signore ha benedetto.
Dio ti conceda rugiada dal cielo,
terre grasse, frumento
e mosto in abbondanza.
Popoli ti servano
e genti si prostrino davanti a te.
Sii il signore dei tuoi fratelli
e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto
e chi ti benedice sia benedetto!».




Leggendo la storia di Giacobbe e di come usurpò la primogenitura al fratello, carpendo con l'inganno la benedizione del padre, ho pensato a quante volte ho fatto dipendere il conseguimento di un obbiettivo dalla mia bravura, capacità, intelligenza, furbizia.


Oggi, come Abramo, voglio alzare un altare al Signore, in questa terra straniera, dove poggio i miei piedi, terra pregna di speranza, quando sento la sua benedizione sul mio cammino.


Il mio  forziere si riempie di scintillanti, granelli di umanità, granelli di sabbia, che l'ostrica divina  ingloba e trasforma in perle luminose da deporre ai piedi dell'altare.


QUI

7 commenti:

Censorina ha detto...

Molto difficile comprendere il reale significato dei testi biblici. Qui si parrebbe elogiare la furbizia e l' inganno.

laprimaparola ha detto...

@Censorina Il testo Biblico ci mette davanti l'uomo con tutte le sue contraddizioni, i suoi peccati, il suo orgoglio, la fede e il tradimento. Discendiamo da Adamo ed Eva, che volevano stabilire il confine tra il bene e il male, prescindendo da Dio, ma anche da Abramo, l'uomo dalla fede perfetta, da Isacco, da Giacobbe, che ha lottato con Dio sì da uscirne sciancato ecc, ecc. Ogni storia è storia sacra, quando l'uomo si mette in ginocchio e accoglie la benedizione di Dio. Il privilegio accordato ai primogeniti nell'AT, per il sacrificio di Cristo è dono gratuito per tutti i figli rinati dall'alto, con il Battesimo.
Un abbraccio in Cristo

paracchini ha detto...

Come Censorina, questo è un brano, un episodio un po' difficile da comprendere alla luce della nostra ragione.
Prima mentre tagliavo l'erba mi dicevo, mo' questa me la faccio proprio spiegare dalla Primaparola.

laprimaparola ha detto...

@Paracchini. Grazie della fiducia. Non so se la risposta a Censorina ti può essere d'aiuto. Ciao

paracchini ha detto...

Beh ma com'è che Dio ha giustificato Giacobbe che ha ingannato il padre per avere il potere. Ricorda un po' la figura di Ulisse?

laprimaparola ha detto...

@Paracchini Se ti leggi la storia di Giacobbe, tutta fino in fondo, ti renderai conto che Dio ha benedetto Giacobbe, come benedice ogni uomo, a prescindere dal suo comportamento.Dio non permetterebbe il male se non fosse certo di ricavarne un bene. Se l'uomo accoglie la benedizione di Dio, se lo riconosce Signore della sua vita, quella benedizione lo salverà dalla morte e lo renderà fecondo. La storia della salvezza passa attraverso l'inadeguatezza del popolo che si è scelto, attraverso la sua infedeltà. Cristo, il nuovo Adamo è venuto a rendere infrangibile l'alleanza tra Dio e l'uomo, perchè il Figlio non può tradire il Padre, essendo legato a Lui e a noi dallo Spirito Santo, Amore divino, che ha profuso dalla croce su tutta la Chiesa.Lo Spirito rende la Chiesa non una comunità di perfetti, ma una comunità di salvati.

paracchini ha detto...

Grazie di avermi detto di rileggermi la storia di Giacobbe.
È sempre utile.
ciaoo