sabato 16 maggio 2009

Servi e padroni



Giovanni 15,18-21 -In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato”.

Per possedere tutto bisogna lasciare tutto.

" E' mio!" dice il bambino all'inizio del suo percorso di crescita, che spiega molto di più di tante dispute teologiche sulla colpa originaria che ha allontanato l'uomo da Dio.

Ma Dio non si è allontanato dall'uomo e ha continuato a cercarlo e a parlargli. E' sceso dal suo trono.

Lui, Creatore e Signore del cielo e della terra, voleva incrociare il suo sguardo, che, se ci fai caso, è più facile quando stai più in basso della persona che vuoi guardare.

Questo è il motivo della lavanda dei piedi.

"Io sto come colui che serve"dice il Signore ai suoi amici.

"Quell'è mio" dei nostri bambini del quale ci siamo compiaciuti e che ci ha fatto sorridere, quando è stato pronunciato la prima volta, rimanda ad un possesso, ad un potere che perseguiamo per tutta la vita.

Il sogno dell'uomo è non dover sottostare a nessuno e spendiamo la vita per eliminare i padroni, ma invano.

Allora è giusto chiedersi se ne abbiamo bisogno, interrogandoci su chi dobbiamo servire e a cosa serviamo.

Solo così potremo capire le parole di Gesù:"Un servo non è più grande del suo padrone".

Perchè per guardare il mondo dall'alto e farlo proprio, bisogna che alziamo gli occhi al Signore ( Dominus-padrone), a Colui che hanno trafitto.

Al Gesù che è nascosto in ogni persona, piegando le ginocchia e lavandogli i piedi.

4 commenti:

danielafenice ha detto...

Ti viene d'istinto se ti fidi, alzare lo sguardo verso il tuo interlocutore, e il nostro atteggiamento deve essere di fiducia, a colui che si fatto servo, e, ti ha amato di un amore infinito.
Non si può rimanere indifferenti davanti a questo.
Grazie Anto,
buona giornata!
Dani

paracchini ha detto...

Da nelcuoredimaria:
Ma questo pentimento non solo non ci fu, ma essi nascosero a Dio le loro colpe, Adamo incolpando Dio che gli aveva dato una compagna causa del peccato, Eva incolpando il serpente di averla ingannata. Le creature si sono cioè nascoste, non solo non fidandosi di Dio, ma mentendo a chi aveva dato loro la vita e che quindi ben conosceva quei cuori.

danielafenice ha detto...

Ciao Antonietta , buona
giornata

danielafenice ha detto...

Buona ispirazione,
un abbraccio
Dani
qui