lunedì 4 maggio 2009

La porta



 



Giovanni 10,1-10 In quel tempo, Gesù disse:
«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore.

Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».

Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo.

Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».


Cosa può dire a noi un pastore che vive lontano dalle nostre mete abituali?




Dobbiamo trasferirci in quelle terre aride e sassose della Palestina, il luogo dove Gesù concretamente spese la sua vita, per capire quanto fosse vitale prendersi cura di un gregge, non destinato al macello, ma a dare latte e lana, quanto diventassero intimi il pastore e le sue pecore tanto da non aver paura di perderle o confonderle, dopo che, di notte, secondo l’usanza palestinese, venivano riunite in un solo recinto.



 
Il vincolo d’affetto, di appartenenza, di intimità, che intercorre tra il pastore e le sue pecore è lo stesso che lega Dio al suo popolo, Gesù ad ognuno di noi.




Gesù è il bel pastore, il buon pastore. Noi siamo ciò che ha di più caro.



Si prende cura di noi e fa in modo che non ci perdiamo.



Lui ci conosce, noi no.



Riconoscere la sua voce è indispensabile per rientrare nell'ovile, dove metterci in salvo.



La sua voce è la porta attraverso la quale entrare nel cuore di Dio, l'ovile dove possiamo vivere con Gesù l'identità di figli di un unico Padre.

2 commenti:

danielafenice ha detto...

Molto bella questa riflessione Antonietta, ora mi è più facile capire ciò che è tuo pensiero.
Grazie Un bacione
Dani

anonimo ha detto...

L'unione con Dio è l'unica via "sicura" per affrontare e risolvere i problemi di questa vita terrena, in attesa di giungere all'eternità da Lui promessaci :-)