sabato 14 marzo 2009

Il cucchiaio lungo

Luca 15,1-3.11-32 In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano: “Costui riceve i peccatori e mangia con loro”.
Allora egli disse loro questa parabola: “Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze.
Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava.
Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre.
Quando era ancora lontano, il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò.
Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l’anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.
Egli si indignò, e non voleva entrare.
Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso.
Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”.

“Io qui muoio di fame! “

La fame porta il giovane figlio a desiderare la casa del Padre.

Eppure se n'era andato con metà delle sostanze che avrebbero dovuto, a rigor di logica, esere sufficienti per non farlo morire di fame.

Ma così non è stato.

Che il Padre gli abbia dato monete false, assegni scoperti, beni ipotecati?

Mi viene in mente il racconto molto istruttivo, trovato sul web, riguardo alla differenza tra gli abitanti dell'inferno e quelli del paradiso.

La tavola imbandita, il cibo, i lunghi cucchiai.

Tutto uguale.

Ma se nell'inferno i lunghi cucchiai impediscono di portare il cibo alla propria bocca, in paradiso il problema non esiste, perchè ognuno si preoccupa di portare il cibo nella bocca dell'altro. 


6 commenti:

Pitie ha detto...

;)

Buona domenica, carissima!
Un abbraccio c.

paracchini ha detto...

La storia dei lunghi cucchiai non l'avevo mai sentita.

Però mi fa venire in mente questo episodio:
all'uscita da messa oggi ci si lamentava un po' del nuovo prete, abbastanza giovane, che alla messa dove c'erano molti bambini, ha fatto una delle sue prediche un po' pesanti, senza riuscire ad abbassarsi e farsi comprendere dai bambini (forse per il fatto che è abituato a fare le messe alla sera con le persone più adulte?).

C'era chi diceva che è sempre così, chi che non cambierà mai.

Qualcuno poi disse: "beh aiutiamolo noi, preghiamo per lui".
Questo era un po' l'aiutare a dare il cibo agli altri?

^_^

laprimaparola ha detto...

@pitie Buona settimana a te e a tutti.
@paracchini La preghiera serve a cercare, con l'aiuto di Dio, gli strumenti più idonei per farsi carico dei nostri fratelli: bambini e preti compresi.

paracchini ha detto...

Oggi alla benedizione don Paolo ha ringraziato "perché anche oggi siete in molti".
Allora si è commosso e non riusciva più a parlare, si è fermato a lungo e ci siamo tutti uniti in queste lacrime.

Poi ha detto flebile, "vi ringrazio perché mi edificate".

laprimaparola ha detto...

@paracchini Mi piacerebbe conoscere don Paolo.

Saraysun ha detto...

Nemmeno io conoscevo questo raccontino dei lunghi cucchiai..grazie per i tuoi post e gli interessanti commenti al Vangelo.
Buonanotte :)