sabato 24 gennaio 2009

I suoi

Marco 3,20-21 -In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo.
Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: “È fuori di sé”. 

Questo passo parla dell'incomprensione trovata da Gesù nel contesto familiare, sociale e culturale in cui visse e operò.

 Ma il il pensiero che questo non corrisponda ai canoni di saggezza, prudenza, giustizia, ci appartiene.

I Cristiani, come anche chi pensa di conoscerlo, senza proclamarsi tale, spesso si fanno un'idea di come Gesù doveva essere e inventano nuovi Vangeli, nuove parole che sostituiscano quelle incriminate, incomprensibili, inaccettabili.

Così nella nostra vita sempre più spesso ci troviamo a confrontarci con l'agire di un  Dio illogico e irritante, un agire che sembra quello di uno che, più che la salvezza del suo popolo, cerca la sua rovina.

Dolore, sofferenza, morte, tutte cose che vorremmo ci fossero evitate, ma anche certe assunzioni di responsabilità per le nostre troppo fragili spalle.

Rompere con il passato non è facile.

Rinnegare ciò a cui abbiamo sempre creduto, cambiare rotta, abitudini, è un cammino in salita per luoghi impervi e sconosciuti.

Percorrere strade mai battute ci porta a sentire, toccare con mano la nostra fragilità, il nostro bisogno di aiuto, di indicatori stradali, di antenne, di mezzi di comunicazione visibili e tangibili.

La comunicazione abituale è interrotta, quando ci si incammina alla sequela di Cristo, e non possiamo fare altro che fidarci della nostra guida, il Maestro che conosce meglio di tutti la Strada.

Allora chiediamoci se la pazzia appartiene a quelli che non la pensano come noi, quelli che ci indicano strade alternative, sconosciute e non dominabili, oppure non siamo noi fuori di testa, quando pensiamo di essere la misura di tutte le cose e non vogliamo cambiare.

L'agire di Dio a volte sembra oltremodo insensato, specie quando ripetutamente non accade ciò che ci aspettiamo, pur conducendo una vita retta e operando per il bene.

L'incapacità di dominare gli eventi, di capirli, di entrare in relazione con essi, in una relazione vitale, fa star male.

Oggi sento che la parola è per me, circondata da insensatezza, da una forza incontenibile che mi si oppone e che vuole schiacciarmi.

La sensazione di qualcuno che rema contro è forte.

Ma non conosco il mio nemico perché ha tante facce e sembra si stia prendendo gioco di me.

Lo vedo ridere, sghignazzare, perché pensa di essere riuscito nello scopo di scalfire la mia fede, di farmi desistere e tornare indietro.

Il male viene dal basso mi è stato detto.

C'è sempre chi rema contro.

Nel mondo la lotta infuria, ma noi saremo più che vincitori, perché Cristo ha vinto il mondo,

L'ha già vinto, a sentire la Scrittura, anche se oggi viviamo nel tempo della prova.

Il confronto tra il bene e il male, che sembra volgere al peggio, non deve turbare.chi ha scelto Lui, chi ha scelto di farsi salvare.

La donna dell'Apocalisse, icona della Chiesa, la madre abbandonata nel deserto, dopo aver dato alla luce il Figlio, sarà la sposa dell'Uomo di cui i suoi dicevano: " è fuori di sé".

1 commento:

danielafenice ha detto...

Sempre profonde le tue riflessioni.
Bacio
Dani