sabato 5 aprile 2008

Sono io, non temete!



(Giovanni 6,16-21 )

Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare e, saliti in una barca, si avviarono verso l’altra riva in direzione di Cafarnao.
Era ormai buio, e Gesù non era ancora venuto da loro. Il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro:
“Sono io, non temete”.
Allora vollero prenderlo sulla barca e rapidamente la barca toccò la riva alla quale erano diretti. 
 
 Lorenzo Ghiberti  "Gesù cammina sulle acque".
I discepoli dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, sicuramente erano stanchi, perchè, anche se c'era stato il miracolo, avevano dovuto provvedere a fare le distribuzioni e non è a dire che la gente, quando ha fame, sia calma e ordinata.
Così, stremati dal servizio ordinario e straordinario, umanamente era anche giusto che desiderassero andare a riposarsi, visto che la giornata volgeva al termine e stava facendo buio.
Ma proprio quando pensiamo che le emozioni e la fatica del giorno siano finite, quando lo stress emotivo è arrivato al limite, ecco l'imprevisto che ci chiama a mettere mano ai remi e a rimettere in discussione le sicurezze acquisite.
Gesù ci siamo scordati anche che faccia abbia, impegnati a fare più che a contemplare.
Eppure lui ci aveva detto di mettere da parte i pani avanzati, perchè nulla andasse sprecato.
Che non avesse previsto che di lì a poco saremmo rimasti di nuovo in panne e che ne avremmo avuto sicuramente bisogno?
Ma Gesù non ci giudica, ci guarda e sorride. " Non temete, sono io" e sale sulla barca. Lo sa che noi lo vogliamo sempre vicino e che non sempre il Pane Eucaristico ci parla di Lui.

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