martedì 18 marzo 2008

Vorrei avere i tuoi occhi.

Vorrei salire molto in alto, Signore,
Sopra la mia città,
Sopra il Mondo,
Sopra il Tempo. Vorrei purificare il mio sguardo e avere i Tuoi occhi. Vedrei allora l'Universo, l'Umanità, la Storia, come li vede il Padre.
Vedrei in questa prodigiosa trasformazione della materia,
In questo perpetuo fermento di vita,
Il Tuo grande Corpo che nasce sotto il soffio dello Spirito.
Vedrei la bella, eterna Idea d'Amore del Tuo Padre che si realizza progressivamente:
Tutto ricapitolare in Te, le cose del cielo e quelle della terra.
E vedrei che, oggi come ieri, i minimi particolari vi partecipano,
Ogni uomo al suo posto,
Ogni gruppo
Ed ogni oggetto.
Vedrei quell'officina e quel cinema,
La discussione del contratto collettivo e il collocamento della fontanella.
Vedrei il prezzo del pane al calmiere e la comitiva di giovani che va a ballare.
Il bimbo che nasce ed il vecchio che muore.
Vedrei la minima particella di materia e il più piccolo palpito di vita,
L'amore e l'odio,
Il peccato e la grazia.
Commosso, comprenderci che dinanzi a me si svolge la Grande Avventura d'Amore iniziata all'alba del Mondo,
La Storia Sacra, che secondo la promessa non terminerà che nella gloria, dopo la risurrezione della carne,
Quando Ti presenterai dinanzi al Padre dicendo: tutto è compiuto, Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio e il Termine.
Comprenderei che tutto è unito insieme,
Che tutto non è che un unico movimento di tutta l'Umanità e di tutto l'Universo verso la Trinità, in Te e per Te, Signore.
Comprenderei che nulla è profano: cose, persone, avvenimenti,
Ma che, al contrario, tutto è consacrato all'inizio da Dio
E che tutto deve essere consacrato dall'uomo divinizzato.
Comprenderei che la mia vita, impercettibile palpito in questo Grande Corpo Totale,
è, un tesoro indispensabile nel Progetto del Padre.
Allora, cadendo in ginocchio, ammirerei, Signore, il mistero di questo Mondo
Che, nonostante gli innumerevoli e orribili spropositi del peccato,
è, un lungo palpito d'amore, verso l'Amore eterno.

Vorrei salire molto in alto, Signore,
Sopra la mia città,
Sopra il Mondo,
Sopra il Tempo.
Vorrei purificare il mio sguardo e avere i Tuoi occhi.

(M. Quoist )

1 commento:

ANGELOANONIMO ha detto...

Quella Goccia di Mare non perse la Speranza, essendo vissuta da sempre nel tempio, e per “colpa” della Sua Genuinità dovette attendere il giudizio di Giuseppe.
Ella fu presa per mano dall’Arcangelo che Le fece girare il mondo e vedendo dall’Alto comprese che tutto accade per un fine, una resurrezione del corpo per acquisire la vera resurrezione nello Spirito che è il Vero immortale … essendo il Vivente.
Grazie per lo stimolo nel vedere nelle cose materiali, apparentemente mortali, la Vita se solo noi avessimo la forza di sentirci veramente semi di Misericordia.