lunedì 18 giugno 2007

Amore e perdono

In quel tempo, uno dei farisei invitò Gesù a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e stando dietro, presso i suoi piedi, piangendo cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé: “Se costui fosse un profeta, saprebbe chi e che specie di donna è colei che lo tocca: è una peccatrice”. Gesù allora gli disse: “Simone, ho una cosa da dirti”. Ed egli: “Maestro, di’ pure”. “Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”. E volgendosi verso la donna, disse a Simone: “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con la lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi. Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”. Poi disse a lei: “Ti sono perdonati i tuoi peccati”. Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: “Chi è quest’uomo che perdona anche i peccati?”. Ma egli disse alla donna: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!”.]  [ Lc 7,36-8,3]







Il segreto per amare Dio, per non perderlo di vista, non è tanto cercare il tempo per connettersi con lui, ma accogliere il suo sguardo mite e misericordioso, il suo abbraccio caldo e rassicurante, la sua provvidenza che ci spiazza, il suo amore esclusivo, ma impotente, di fronte alla nostra libertà.




Sentirsi amati da lui, nonostante la nostra fragilità, le nostre inadempienze, i nostri tradimenti, le omissioni di soccorso a chi è nel bisogno, crea in noi la gratitudine, la riconoscenza, l'amore che non dimentica neanche un istante lo sposo.



In fondo il rapporto con Dio è come il rapporto che s'instaura tra due innamorati: non si può fare a meno di pensare all'altro.




La donna, peccatrice, ha ricambiato ciò che già aveva sentito nel suo cuore: l'amore di uno sposo che non guarda  ciò che fai, ma  ciò che sei.




Lasciamoci riconciliare da Dio, perchè questa è l'unica vera strada per non perderlo di vista e trattarlo come si conviene.


18 giugno 2007 


3 commenti:

dark44 ha detto...

Belle riflessioni ho letto... è che se lo dici a me, comprendo benissimo, se lo dici a chi è lontano dall'amore di Dio sono parole incomprensibile. Sono però delle riflessioni profonde.

laprimaparola ha detto...

Caro dark44, intanto non stanchiamoci di dircele tra noi queste cose, per sostenerci l'un l'altro nel difficile cammino della vita. Chissà che qualcuno venga colpito, non dico dalle nostre parole, ma dalla serenità e dalla gioia che Dio ci comunica ogni giorno attraverso gli infiniti e, imprevedibilii canali del suo amore.

dark44 ha detto...

Hai ragione.
Un cuor solo e un anima sola. Questo è quello che vado cercando da un po' di tempo. Ma il cammino è faticoso e non sempre si è disposti a mettere da parte il proprio orgoglio per "farci riconoscere da come ci amiamo".

La preghiera non manca e so che Cristo ripone nel suo popolo speranze che per noi sono inimmaginabili.
Una santa domenica.