giovedì 5 aprile 2007

21 Famiglia oggi:riflessioni di coppia

 





Rubrica radiofonica a cura di Gianni e Antonietta



Canto: Cristo è risorto veramente (CD – “Risorto per amore” - 1)



Carissimi amici benvenuti all’ascolto di questa trasmissione. Dagli studi di Radio Speranza vi salutano Gianni e Antonietta.

Man mano che andiamo avanti in questo servizio, sempre più ci rendiamo conto di quanto siano insufficienti le parole per annunciare il Vangelo, per accostarsi, senza profanarlo, al mistero racchiuso in ogni uomo, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.

Abbiamo in questi giorni assistito alla folla oceanica che, incurante del caldo, del freddo, della fame e della fatica ha sentito il desiderio insopprimibile di rendere omaggio al nostro pontefice, che nella compostezza immobile del corpo mostrava ai visitatori il rigido e freddo volto della morte.

L’immagine e la somiglianza con Dio non sappiamo se tutti l’hanno vista nell’uomo sofferente e crocifisso, più che nella straordinarietà della sua vita e del suo ministero.

Il numero straordinario di persone, di gruppi, paesi, città, nazioni, mobilitati per l’evento, ci ha portato a riflettere su quanta sete di Dio abbia la nostra civiltà, quanto senta il desiderio, l’esigenza di punti di riferimento forti e credibili.

Se i potenti della terra, dimenticando vecchie o recenti inimicizie, si sono dati appuntamento davanti ad una bara su cui era stato deposto un Vangelo, non è un caso. L’immagine delle pagine che venivano sfogliate dal vento sulla semplice e austera cassa di cipresso, mentre le rosse cappe dei cardinali fluttuavano nell’aria leggere, è profetica. La Parola di Dio che la Chiesa ha portato e continua a portare, mossa dal vento dello Spirito, è l’unica arma che il mondo conosce per trovare la pace.

Abbiamo pensato se questa considerazione che a noi pare ovvia, lo sia anche per tutti quelli che hanno partecipato ai funerali del papa. Se Marco, che si sta preparando alla Prima Comunione, avesse avuto modo di conoscere più da vicino le gesta del nostro pontefice come quelle di Madre Teresa di Calcutta, alla domanda su cosa ci ha lasciato, avrebbe risposto allo stesso modo: “ Con Gesù si può fare tutto”

E pensare che questo stupendo dono del Signore, questa creatura, a parere dei medici, sarebbe stato meglio che non nascesse per via del fatto che il fratellino era affetto da una rara malattia genetica, che avrebbe potuto colpire anche lui.

Marco, ogni giorno di più, stupisce per la ricchezza del suo mondo interiore, per la sensibilità e l’intelligenza di fronte alle cose di Dio.

Il mondo ha bisogno di piccoli e grandi profeti, ha bisogno di famiglie che insegnino ai propri figli a parlare il linguaggio di Dio, a riconoscerlo e a farlo proprio.

Chissà perché ci è venuto in mente di associare la figura del grande Papa a quella di un bimbo sconosciuto. La verità è che ogni uomo è profezia di Dio e, se le grandi imprese servono a catalizzare l’attenzione di milioni di persone per portarle ad ammirare lo splendido arazzo che il Signore ha tessuto attraverso persone particolarmente dotate, altrettanto possono fare le piccole e impercettibili gocce che trasudano dalle pareti delle grotte, quando insieme, raggrumandosi, riescono a creare stupendi arabeschi.



“Nessun uomo è un’isola,in sé completa, ognuno è un pezzo di un continente, la parte di un tutto”è il pensiero che sottoponevo alla riflessione dei miei alunni ogni anno, cercando nelle loro risposte la luce che non ancora avevo trovato. Spesso, di fronte agli uomini grandi, ci troviamo smarriti e impotenti, incapaci di dire o di fare, perché ci sentiamo troppo piccoli per reggere il confronto e ci convinciamo che non vale la pena provare.

Mai nessuno, come il nostro Papa, da poco scomparso, ha portato la gente a riflettere sulla santità, come opportunità e grazia dati ad ogni credente, qualunque siano le doti e le capacità naturali, portando agli onori degli altari gente comune che non si è sottratta all’azione dello Spirito, favorendo l’ingresso della grazia che viene dall’alto. I Santi sono matite di Dio, come madre Teresa amava dire di se, e noi sappiamo che un bel disegno viene non tanto dalla grandezza della matita, quanto dalla capacità dell’artista di usarla nel modo più conveniente.

Quante cose si possono fare con Gesù! E’ proprio vero, ma bisogna che ne facciamo esperienza.

Da poco abbiamo cominciato una collaborazione con la nostra parrocchia per accompagnare le coppie che chiedono il Battesimo per i propri figli. L’iniziativa di affiancare al sacerdote una coppia per la preparazione al Sacramento dell’Iniziazione cristiana è recente e si affianca a quello di avvalersi della collaborazione delle famiglie da parte dei presbiteri, in tutte le altre iniziative pastorali. Il Sacramento dell’Ordine e quello del Matrimonio, l’abbiamo scoperto strada facendo, sono Sacramenti ministeriali, vale a dire servono per il bene della comunità, a differenza degli altri che sono a beneficio della persona che li chiede.

Ci sembra utile e bello ricordare, specie ora che Giovanni Paolo Secondo non può più parlare, ciò che ha scritto nella Familiaris Consortio al numero 49:” Tra i compiti fondamentali della famiglia cristiana si pone il compito ecclesiale: essa, cioè , è posta al servizio dell’edificazione del Regno di Dio nella storia, mediante la partecipazione alla vita e alla missione della Chiesa. I coniugi e i genitori cristiani, in virtù del Sacramento, hanno nel loro stato di vita e nella loro funzione il proprio dono in mezzo al popolo di Dio, perciò non solo ricevono l’amore di Cristo diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando così comunità che salva

Quando Dio ha creato l’uomo maschio e femmina, a detta di monsignor Bonetti, non aveva in mente la parrocchia, ma la famiglia..Sembra un paradosso, ma così non è, perché Dio ha dato il compito di somigliargli per prima ad una coppia, Adamo ed Eva, a loro il mandato di renderlo visibile al mondo.

Un uomo e una donna che si amano e si donano reciprocamente sono la più bella icona di Dio.

A ragion veduta, chi è ancora legato al vecchio Testamento, come Ebrei e Mussulmani, non avendo accolto Cristo, che ha mostrato il vero volto del Padre, il volto dell’amore speso fino all’ultima goccia di sangue, continua a immaginare un Dio senza volto, un Dio nascosto nella nube e nel fuoco, un Dio a cui è difficile somigliare. L’amore di Cristo è il battistrada per sapere chi siamo e a cosa siamo chiamati.



Canto: Re dei re (MC – “Eterna è la tua misericordia” - A6)



Giovanni, il nostro nipotino, il 6 aprile, giorno del suo compleanno, ha ricevuto tanti regali. Molti, non ha avuto bisogno di chiedere come funzionassero, perché ci è arrivato da solo, ma di un gioco elettronico, con tanti pulsanti e un libro di istruzioni che non è ancora in grado di leggere e capire, ha chiesto a noi spiegazioni.

La fede è un dono che tutti ricevono con il Battesimo, ma è necessario che qualcuno ci spieghi come funziona, altrimenti succede che la mettiamo da parte e ci dimentichiamo di averla.

Quando Franco era piccolo gli abbiamo fatto tanti regali e tra questi un’enciclopedia dal titolo “Come funziona”.L’esigenza di dare a nostro figlio gli strumenti per conoscere il funzionamento di ogni tipo di macchina l’abbiamo sentita, peccato che non ci siamo preoccupati di comprargli qualcosa che lo aiutasse a capire come funziona l’uomo e di quale carburante ha bisogno per arrivare sicuro alla meta.

Chissà se a Piazza San Pietro e dintorni, nella settimana passata, c’era qualche strumento umano, in grado di misurare l’energia che ha fatto muovere migliaia di persone verso la stessa direzione!

Ma come funziona questo Spirito Santo, capace di annullare le distanze, di creare comunione, di trasformare la Babele degli uomini in città della pace?

La ninna nanna cantata dagli angeli, quando nacque Gesù diceva: ”Gloria a Dio negli nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore”, La stessa pace che , una volta risorto, annunciò agli Undici, entrando nel cenacolo a porte chiuse. ”Pace a voi”, nonostante il tradimento, l’abbandono, la poca fede dei discepoli. Pace, la parola che accompagna il Salvatore dalla culla alla croce. “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” fino a risuonare festosa, nel cuore ancora incredulo dei discepoli, i giorni appena dopo la Pasqua.

La pace dello Spirito permette di affrontare qualunque situazione, senza spezzarsi, disgregarsi e disgregare, permette all’uomo di uscire fuori da se stesso e diventare operatore di pace.

La pace comporta il prezzo alto di rischiare di perdere la propria perché gli altri la trovino. Così ha fatto Gesù, così il nostro papa che ne ha seguito l’esempio, non sottraendosi al rischio di venire rifiutato, beffeggiato, deriso.

La pace del mondo parte dalla capacità della famiglia di creare operatori di pace. Beati gli operatori di pace, perché vedranno Dio, dice Gesù e nelle famiglie in cui la pace viene costruita giorno per giorno Dio non ha bisogno di quadri che lo rappresentino.

La carità, vale a dire l’amore, è il dono che ci viene recapitato insieme alla fede e alla speranza il giorno del Battesimo, e che non è possibile coltivare senza credere nell’amore sconfinato di Dio che è alla base della nostra speranza ed è garanzia di salvezza.



Ci sono genitori che scelgono il cibo, i vestiti, la lingua, la città gli amici per i propri figli e poi si rifiutano di farli battezzare per rispettare la loro libertà di scelta, dimenticando che lo stesso problema non se lo pongono quando danno loro da mangiare e da bere ciò che i figli non hanno scelto o quando per loro chiamano il medico o acquistano medicine.

C’è chi lo fa controvoglia, come ci è capitato di constatare, pensando che la Chiesa lo fa apposta per complicare le cose. Ma ci siamo resi conto di quanto sia importante avvicinare le coppie e mettere in comune le esperienze di vita e di fede.

Fino a poco tempo fa non eravamo consapevoli del fatto che i genitori sono i primi testimoni del Vangelo per i propri figli e che la loro credibilità nasce dalla capacità che hanno di amarsi, accettarsi, accogliersi, e perdonarsi. Anzi, l’abbiamo già detto da questi microfoni, pensavamo che la Chiesa fosse una distributrice di certificati, previa frequenza di un corso. Ci sarebbe da vergognarsi se non fossimo certi della misericordia di Dio che ci ha aperto gli occhi e ci ha fatto desiderare di aprirli anche agli altri.

I figli, abbiamo capito, per sapere ciò che è importante, guardano prima di tutto chi vive con loro, prima ancora della tv molto spesso chiamata in causa per deresponsabilizzare chi è preposto alla loro educazione..

Ci vogliamo far aiutare da questa pagina, tratta da “Cosa conta?” di Solarino, per riflettere insieme su come un genitore si pone di fronte all’educazione dei propri figli. Sul diario messo a disposizione di tutti i componenti la famiglia, una sera rincasando tardi dal lavoro, il padre così scrive e si interroga.



Vi sto insegnando?

Stanotte sono tornato tardi! Sono venuto nelle vostre stanze e sono rimasto un po' a guardarvi.

Vi sto trascurando in questo periodo, e sto rischiando di far passare il messaggio che i miei impegni sono più importanti di voi. Non è così, e sono grato a Dio perché ci siete e perché siete la cosa più bella che a me e a mamma potesse capitare. Piano piano, continuando a guardarvi, l'inquietudine ha preso il posto della gratitudine.

Mi inquietano e mi intimoriscono le tragedie di queste settimane.

Mi spaventa pensare a quanta strada ha fatto Caino, fino a Omar ed Erika. Mi intimorisce il moltiplicarsi degli incidenti sulle nostre strade. Mi strazia pensare alla morte di bravi ragazzi e al dolore dei genitori, alcuni dei quali conosco e voglio bene.

Ho cominciato a pregare! Ho pregato per loro, per voi, per me.

Ho pregato che il ritmo della morte non si interrompa traumaticamente. Se muore prima il nonno, poi il padre e poi il figlio la vita e la morte hanno riservato un grande privilegio.

Un figlio morto prima del padre è contro natura.

Ho pregato di potervi essere accanto fino a quando sarete capaci di farcela da soli, per capire qualcosa in più sul mistero della vita e della morte.

Pensando a Caino, a Omar e ad Erìka mi sono chiesto che cosa vi sto insegnando.

Vi sto insegnando a riconoscere ciò che passa da ciò che è duraturo? Ciò che illude da ciò che fa crescere? Ciò che seduce da ciò che è importante?

Vi sto insegnando ad aprire il cuore a Dio? Ad aprire il vostro cuore? Ad appassionarvi per gli altri? A non coltivare pregiudizi e odio?

Vi sto insegnando a sentire compassione per il dolore? A godere del vostro successo? A non invidiare il successo dei vostri amici e a provare la gioia di condividerlo ?

Vi sto insegnando a contare sulle vostre forze e nello stesso tempo a chiedere sostegno quando sperimentate di non farcela da soli?

Vi sto insegnando a guardare oltre i confini per esplorare nuovi territori e ammirare nuovi orizzonti? A chiedervi perché siete al mondo, e a cercare il progetto che Dio ha pensato per voi?

Vi sto insegnando a saper godere delle cose, senza essere schiavi delle cose, senza far diventare il denaro e le quotidiane eccitazioni i vostri padroni?

Vi sto insegnando che l'amicizia, l'affetto, la stima, l'onore, la verità, la dignità non hanno prezzo e che solo essi riempiono l'anima e vi fanno sentire vivi?

Vi sto insegnando a non dire si con le labbra, se il vostro cuore vuole dire no? A esprimere i vostri sentimenti? A piangere, se siete tristi? A proteggervi, se siete .spaventati? Ad arrabbiarvi, se alcune cose non vanno?

Vi sto insegnando che ci vuole più coraggio ad avere paura, che a fare finta di ignorarla, che essere forti non significa perdere il contatto con le proprie fragilità, esaltarsi o disprezzarsi, essere superuomini o superdonne, ma creature?

Vi sto insegnando che, se commettete degli errori, non vuol dire che siete sbagliati?

Vi sto insegnando a dedicarvi tempo per riposare, per rilassarvi, per contemplare, per entrare in contatto con l'anima, il mondo, Dio? A non armarvi di cinismo, di indifferenza, di abbandono, di disperazione, ma ad indossare lo scudo della fede?

Vi sto insegnando..,. ma io tutto ciò l’ho appreso?

So che dal pozzo della vita ho tirato un secchio con poca acqua. Mi piace però pensare alla possibilità di tirare il secchio insieme a voi.

Mi interrogo, vi interrogo e prego!

Prego di abbandonare l'illusione di controllare la mia e la vostra vita e l'illusione di sapervi proteggere totalmente.

I ceffoni della vita a volte arrivano inaspettati.

Mi aggrappo alla speranza che quello che tento di insegnarvi possa farvi da "casco" protettivo.

Prego perché possa imparare a fidarmi di me; perché riesca a testimoniarvi che ho fiducia in voi; perché possiamo conservare il gusto della vita, che rimane bella nonostante i ceffoni, e perché cresca la fede in Dio che è sì il Signore della morte, ma innanzitutto il Signore della vita.



Concludiamo con questa preghiera che abbiamo trovato per caso e che ci aiuta a riflettere su come possiamo parlare ai nostri figli di Dio.


Quando amiamo i nostri figli mostriamo la tua bontà, o Dio,

quando giochiamo con loro, parliamo della Tua simpatia,

quando li accarezziamo, testimoniamo la Tua tenerezza,

quando li lasciamo essere se stessi, raccontiamo la Tua libertà,

quando li correggiamo, riveliamo la Tua giustizia,

quando li ascoltiamo, mostriamo la Tua delicatezza,

quando li perdoniamo, parliamo loro della Tua fedeltà,

quando soffriamo, testimoniamo la Tua croce,

quando ci inginocchiamo, raccontiamo il Tuo desiderio di intimità,

quando ci commoviamo, riveliamo il Tuo cuore,

quando ci feriscono, mostriamo la Tua vulnerabilità,

quando diamo loro un comando, parliamo della Tua autorità,

quando, sconfitti, ricominciamo, testimoniamo la Tua resurrezione,

quando contempliamo il creato, raccontiamo la Tua intelligenza,

quando li proteggiamo, riveliamo la Tua affidabilità,

quando ammettiamo di aver sbagliato, mostriamo la Tua umiltà,

quando lavoriamo, parliamo della Tua creazione,

quando li consoliamo, testimoniamo la Tua sensibilità,

quando insieme ascoltiamo la Parola, raccontiamo i Tuoi pensieri,

quando li benediciamo, riveliamo il Tuo sogno

…. Perdonaci o Dio,

quando di Te diciamo male o non diciamo nulla.




Canto: Cristo è risorto veramente (CD – “Risorto per amore” - 1)

11 aprile 2005

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