domenica 7 ottobre 2012

Non è bene che l'uomo sia solo



Gn 2, 18-25

Il Signore Dio disse: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda». Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome.
Così l’uomo impose nomi a tutto il bestiame, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli animali selvatici, ma per l’uomo non trovò un aiuto che gli corrispondesse. Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.
Allora l’uomo disse:
«Questa volta
è osso dalle mie ossa,
carne dalla mia carne.
La si chiamerà donna,
perché dall’uomo è stata tolta».
Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne.
Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna.

Non è bene che l'uomo sia solo.
Non è bene che l'uomo sia solo, voglio fargli un aiuto che gli corrisponda, che gli stia di fronte, che lo guardi e si lasci guardare, uno nel cui sguardo specchiarsi e riconoscersi, uno che gli sia simile.
Più o meno così le parole con cui la Genesi racconta la creazione di Eva.
Mi sono commossa quando la biblista, a Nocera Umbra, ha raccontato la tenerezza di Dio, un Dio discreto e nello stesso tempo coinvolto nel rendere felice la sua creatura.
L'aveva creata lui, il re dell'universo, l'onnipotente, il santo e non bastava all'uomo, non gli poteva essere d'aiuto in quel sentirsi solo nella creazione, smarrito in quel giardino dove abbondavano frutti di ogni specie per nutrirlo, fiori di ogni colore, forma e profumo, per rallegrarlo, animali di ogni dimensione per fargli compagnia.
Eppure l'uomo era triste, un'angoscia profonda lo aveva preso e stava in silenzio, dopo aver dato il nome a tutti gli animali del cielo, della terra e del mare.
Penso a Giovanni, il nostro nipotino, quando gli arriva un giocattolo nuovo: lo adopera per un po', poi lo mette da parte, perchè non ha amici con cui giocarci.
Così si deve essere sentito Adamo, come un bambino che cerca altri bambini con cui parlare, giocare, condividere. 
Il papà e la mamma, come anche i nonni, fanno quello che possono, ma loro, i bambini, sentono quel tempo prestato, contato con il contagocce, perchè i grandi hanno altro da fare e non possono giocare sempre con loro.
Così Dio, rispettando il suo dolore, fece scendere su di lui un torpore, e con discrezione, da lui stesso, fece uscire la compagna da mettergli a fianco, la custode, l'alleata, la sposa, quella che con lui poteva gioire, piangere e ridere, senza rivendicare il possesso del tempo, perchè era una parte di lui, da lui era uscita, lui l'aveva partorita nel sonno.
Che bello questo Creatore che fa da levatrice, da ostetrica al primo parto dell'uomo.
Un parto indolore, quello delle origini; ma non sarà sempre così.
Il primo parto a cui siamo chiamati è il coniuge, ci è stato detto. 
Ma per partorire bisogna essere nati, altrimenti come potremmo?
Se non si fa l'esperienza di essere generati non si può fare quella di generare.
Adamo, quando vide Eva disse: questo è carne della mia carne, osso delle mie ossa, per cui si chiamerà(Ishah) come me( Ish), ma con una lettera in più, per distinguerla da me e per dire che da me è uscita.
Il coniuge che partorisci deve sempre avere qualcosa in più di te, altrimenti che senso ha dire: Prometto di onorarti per tutta la vita?
Non è forse quell'aggiunta che onora l'altro, quel di più che riconosciamo all'altro, mettendobci umilmente al suo servizio, per lavargli i piedi, e qualche volta per rimetterlo in piedi?
Ma doveva venire Gesù per dirci queste cose, lui che dopo aver visto il fallimento delle alleanze umane, ha dato suo figlio, uguale a noi nel limite della carne, diverso per l'assenza di peccato.
Non è bene che l'uomo sia solo!  
Grazie Signore perchè quando ci togli qualcosa  è per darci un bene immensamente più grande.
Grazie Gesù che sei venuto ad abitare la nostra solitudine, grazie Dio Padre perchè ci hai dato uno che ci risponde, che risponde di noi, che ci ama e ci rende capaci di amore eterno, incorruttibile.
Grazie Spirito Santo perchè ci dai la capacità di vedere nell'altro l'oltre. 



2 commenti:

Saray ha detto...

Ho letto volentieri questo tuo post, visto che oggi nella mia parrocchia, l'omelia era solo sul santo patrono S.Sergio. Il nuovo parroco ha avuto un bel da fare, quasi nessuno dei bambini, ma credo anche degli adulti sapeva chi fosse San Sergio e cosa volesse dire martire, o qualcosa della sua vita. Alla fine siamo usciti tutti meno ignoranti ;)
Buonanotte carissima ^_^

evergreen ha detto...

lascio solo un cuore di speranza <3 spero di non rimanere solo, che mi dia presto una compagna, e un giorno di non essere abbandonato da quella compagna... e auguro a tutti e a tutte la stessa cosa. Dio non ci abbandoni, rimanga sempre accanto a noi, nella figura dello sposo o della sposa. amen.